Un detenuto di 47 anni è morto nel carcere di Bancali, a Sassari. Le cause del decesso non sono chiare ma si sospetta che possa essere stato stroncato da un'overdose.

"Si stanno compiendo accertamenti sulle cause del decesso, ma la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato" dichiara Antonio Cannas, delegato nazionale Sappe della Sardegna.

"Siamo di nuovo qui a discutere di problemi e soluzioni sul sistema carcere, a margine del triste evento accaduto a Bancali. Il fatto è che i problemi si ingigantiscono e le soluzioni, poche, semplici e chiare, non vengono ascoltate", attacca il segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Donato Capece.

"La realtà è che tra le principali riforme che hanno destabilizzato il sistema e destrutturato la sicurezza nelle carceri vi è anche l'eliminazione della sanità penitenziaria, con i medici che garantivano una presenza costante e una conoscenza della popolazione detenuta che era fondamentale per una corretta e più adeguata gestione".

Capece, inoltre, punta il dito sul sovraffollamento dell'istituto di Bancali: "Lo scorso 31 maggio, rispetto ai 450 posti letto, la Casa circondariale ospitava ben 539 detenuti, 190 dei quali stranieri e 19 donne", sostiene. "Il Sappe da decenni chiede riforme concrete come l'espulsione dei detenuti stranieri, per fare scontare le pene nelle loro carceri, la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari, dove trasferire i sempre più numerosi detenuti con problemi psichiatrici, e il trasferimento dei detenuti tossicodipendenti in comunità".