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L’intervista a Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, è andata in onda ieri sera nella trasmissione “Belve Crime” condotta da Francesca Fagnani, registrando ascolti record e riaccendendo il dibattito pubblico su uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi anni.
Seduto di fronte a Fagnani, Bossetti dal carcere di Bollate ha ribadito la propria innocenza, sostenendo di essere stato vittima di un errore giudiziario. "Ignoto 1 non sono io", ha dichiarato, contestando la validità delle prove genetiche che lo hanno incastrato. L’operaio bergamasco ha infatti puntato il dito contro la mancanza di DNA mitocondriale sulla scena del crimine: "Se è davvero il mio DNA, come è possibile che non ci sia il mitocondriale?". Un’osservazione che la conduttrice ha respinto con fermezza, ricordando che il DNA nucleare, riscontrato dagli inquirenti, rappresenta una prova determinante in tribunale.
Durante l’intervista, Bossetti ha mostrato anche fragilità personali, raccontando il tradimento della moglie scoperto in carcere e un tentativo di suicidio, definito come "la cicatrice più grande della mia vita". Fagnani, incalzante come sempre, ha portato la conversazione anche su piste alternative, come le teorie di un possibile coinvolgimento del padre di Yara. La giornalista ha però interrotto il discorso definendolo inaccettabile e privo di fondamento.
La puntata ha riscosso grande attenzione da parte del pubblico, con oltre 1,5 milioni di spettatori e un 12,4% di share, vincendo la serata televisiva. L’eco mediatica è destinata a durare: il caso Yara rimane una ferita aperta nella memoria collettiva, e Bossetti, dal carcere di Bollate, continua a professare la sua innocenza.