Dopo il grave episodio avvenuto sabato scorso nel quartiere della Marina, a Cagliari, dove un quindicenne è stato accoltellato da un coetaneo al culmine di una lite, interviene il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che attraverso il suo presidente Romano Pesavento lancia un appello forte: “La sola intensificazione dei controlli non basta. La sicurezza reale si costruisce con la cultura e con l’educazione”.

Il commento arriva, peraltro, dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocata dal Prefetto Giuseppe Castaldo, alla presenza del sindaco Massimo Zedda e dei vertici delle forze dell’ordine. Al centro del confronto, le misure da adottare per evitare nuove escalation di violenza tra giovanissimi nel cuore della città. Nessuna “zona rossa” in stile piazza del Carmine, per ora, ma un rafforzamento dei controlli nelle aree più sensibili.

Secondo il CNDDU, tuttavia, la risposta al disagio giovanile non può limitarsi alla dimensione repressiva. “Un gesto così estremo – sottolinea Pesavento – rappresenta il segnale di un disagio profondo, alimentato da solitudini, mancanza di riferimenti educativi e fragilità sociali diffuse. È nella scuola che si formano i cittadini di domani, ed è lì che occorre investire con convinzione e continuità”.

Per il Coordinamento, la scuola deve essere riconosciuta come presidio autentico di legalità democratica, il luogo in cui la conoscenza diventa consapevolezza e la libertà si accompagna alla responsabilità. Da qui la proposta di promuovere un’azione educativa diffusa, fatta di percorsi di educazione emotiva e civica, laboratori artistici, spazi di ascolto e dialogo in grado di restituire ai ragazzi la possibilità di esprimersi e di sentirsi parte di una comunità.

Pesavento richiama anche la necessità di un coinvolgimento attivo delle famiglie e delle istituzioni locali in una rete di corresponsabilità educativa: “Solo un tessuto comunitario fondato sulla fiducia e sulla collaborazione può prevenire la devianza e restituire serenità agli spazi urbani. I futuri Patti per la sicurezza urbana dovrebbero prevedere un capitolo dedicato alla promozione dei diritti umani e alla formazione dei docenti”.

Il CNDDU invita inoltre a riattivare la dimensione culturale delle città, aprendo le scuole al territorio: biblioteche scolastiche, cineforum, gruppi di lettura e progetti di volontariato possono diventare strumenti concreti per avvicinare i giovani alla solidarietà e alla consapevolezza sociale. Infine, un richiamo al ruolo degli insegnanti, spesso in prima linea: “La loro formazione psicopedagogica e relazionale è fondamentale per affrontare il disagio giovanile con competenza e sensibilità. La scuola, sostenuta da una comunità che la riconosca come bene pubblico, può diventare un vero argine alla violenza e un laboratorio di cittadinanza solidale.”

Il messaggio finale del CNDDU è chiaro: “La città di Cagliari non ha bisogno di zone interdette o barriere simboliche, ma di scuole vive, aperte e inclusive, capaci di rigenerare la comunità attraverso la cultura, il dialogo e la solidarietà. La risposta alla violenza nasce dall’educazione come cura, dalla conoscenza come libertà, dalla scuola come luogo di rinascita civile”.