È partita in tutta Italia la nuova campagna di vaccinazioni antinfluenzali, guidata da Campania, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana e Veneto, prime regioni ad avviare le somministrazioni. I primi a ricevere il vaccino sono i soggetti considerati più vulnerabili: donne in gravidanza, bambini e adolescenti dai 6 mesi ai 17 anni, over 60 e lavoratori per cui la vaccinazione è raccomandata.

L’obiettivo è ampliare la copertura vaccinale, ancora lontana dai livelli ottimali: nel 2024 si è vaccinato solo il 52,5% degli anziani, contro il 75% raccomandato dagli esperti. Anche quest’anno è possibile, su richiesta, la co-somministrazione del vaccino anti-Covid, aggiornato alla variante LP.8.1.

«Vaccinarsi contro l’influenza significa proteggere se stessi e chi ci sta vicino – spiega Vincenzo Baldo, del Gruppo di Lavoro “Vaccini e Politiche Vaccinali” della Siti e ordinario di Igiene all’Università di Padova –. Lo vediamo in Giappone, dove l’ondata influenzale ha già superato i 6.000 casi e decine di scuole chiuse a metà ottobre ci ricordano quanto sia importante agire con tempestività».

Come ricorda Michele Conversano, past president della Siti, «ogni Regione implementa le strategie vaccinali in modo autonomo, adottando misure specifiche come la chiamata attiva o le campagne nelle scuole. Da queste esperienze sono nate vere e proprie best practice utili per tutto il Paese».

«Non basta fornire i vaccini – aggiunge Cristina Salvi, dell’Oms Europa –: è fondamentale che la popolazione scelga di vaccinarsi. Per riuscirci servono una comunicazione efficace, il coinvolgimento delle comunità e una gestione corretta dell’infodemia».