A Verona senza Mina e Deiola, entrambi fermi per problemi muscolari, ma il Cagliari non cambia mentalità. Fabio Pisacane lo ha chiarito alla vigilia della trasferta veneta: «Giusto non rischiare, meglio uno stop. È meglio fermare i ragazzi per averli al 100%, anziché andare avanti giocando non al top. Ma fa parte del gioco e lo accettiamo». L’allenatore preferisce guardare a chi c’è, non a chi manca: «Non voglio mettere l’accento sulle assenze, altrimenti si rischia di dare meno importanza a chi è pronto a scendere in campo».

Per Pisacane quella di Verona è «la terza finale di queste prime otto partite, una gara del nostro mini campionato dentro il campionato». Serviranno «furore ed energia», qualità da mettere in campo contro un avversario che «oggi è un po' sotto rendimento ma che avrà grandi stimoli davanti alla propria gente». L’Hellas, ha ricordato il tecnico, «ha l’XG più alto del campionato, produce tanto ma concretizza poco».

Il Cagliari dovrà invece ritrovare il gol dopo qualche battuta d’arresto: «Non bisogna condannare i giocatori se sbagliano un tiro. L’importante è creare, il problema è quando non arrivi al tiro. Prima o poi la palla entrerà anche per caso, ma solo con il lavoro quotidiano».

Un monito finale alla squadra: «Non è ammissibile staccare la spina come nell’ultimo quarto di partita col Bologna». In difesa si va verso la conferma di Zé Pedro — «sono convinto che presto farà vedere il suo potenziale» — mentre per Juan Rodriguez «vale la stessa regola di tutti: quando sarà pronto, giocherà».