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Dopo il rilascio degli ultimi 20 ostaggi ancora vivi catturati da Hamas il 7 ottobre 2023, l’attenzione internazionale è ora concentrata su Sharm el-Sheikh, in Egitto, dove si è tenuto il summit che dovrebbe sancire la fine ufficiale delle ostilità a Gaza.
I documenti del vertice sono stati firmati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, seguito da mediatori chiave quali il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, davanti a una vasta platea di leader internazionali.
Le firme sono state accolte da un lungo applauso nell’International Conference Center di Sharm el-Sheikh, dove tra gli invitati figurava anche la premier italiana Giorgia Meloni. Trump ha sottolineato l’importanza simbolica dell’evento dichiarando: “Ci sono voluti tremila anni per arrivare fino qui”, e definendolo come il giorno in cui finalmente le “preghiere di milioni di persone” sono state esaudite.
Nella dichiarazione ufficiale, i firmatari hanno confermato che la prima fase dell’accordo di pace prevede il ritiro delle truppe israeliane entro una linea concordata e il rilascio degli ostaggi.
Tra i passi successivi vengono discussi la ricostruzione di Gaza e la stabilizzazione della Striscia. Al-Sisi ha annunciato una conferenza a novembre al Cairo per “la rapida ripresa e la ricostruzione”, ponendo le basi per la fase due dell’accordo. Trump, in un bilaterale con al-Sisi, ha indicato la volontà che l’Egitto abbia un ruolo centrale nei futuri organi di governance per Gaza.