Due provvedimenti della giustizia amministrativa in poche ore che vanno sostanzialmente in direzioni opposte. Non ci sono solo stop agli abbattimenti dei bovini nell'ambito della lotta alla dermatite nodulare contagiosa. Con un'ordinanza il Consiglio di Stato ha infatti confermato la soppressione di circa 500 bovini in un'azienda del Sassarese dove era stato riscontrato un focolaio di Lumpy Skin Disease. La richiesta di sospensiva era già stata rigettata dal Tar della Sardegna e ora anche dai giudici di appello.

Nel provvedimento i giudici ricordano che la disciplina Ue, quando vi è la conferma ufficiale della presenza di un focolaio di una malattia di categoria A in uno stabilimento' quale è il caso della dermatite nodulare contagiosa rinvenuta nella stalla di quarantena della società appellante, prevede come misura obbligatoria di zooprofilassi da applicarsi 'immediatamente' 'sotto la supervisione di veterinari ufficiali' e che tutti gli animali delle specie elencate detenuti nello stabilimento colpito sono abbattuti quanto prima in loco, all'interno dello stabilimento, in modo da evitare qualsiasi rischio di diffusione dell'agente patogeno della pertinente malattia di categoria A durante e dopo l'abbattimento.

Per la terza sezione del Consiglio di Stato, inoltre, l'allarmante propagarsi dei focolai sul territorio sardo e l'incidenza delle stringenti misure di biosicurezza perduranti sino all'estinzione dei focolai impongono un'applicazione rigorosa delle misure di controllo previste dal Regolamento unionale”.

Per l’assessore dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, “l’ordinanza del Consiglio di Stato ha confermato con chiarezza l’imperatività delle misure di contenimento previste dalla normativa europea per contrastare la dermatite nodulare contagiosa: la tutela dell’interesse generale dell’intero comparto viene prima di ogni altro interesse. Proprio per questo, pur nel rispetto di tale quadro rigoroso, abbiamo lavorato per consentire alle aziende di riprendere le movimentazioni: da lunedì i nostri servizi rilasceranno le deroghe per la movimentazione in Sardegna agli allevamenti che hanno completato la vaccinazione e per i quali siano trascorsi i 28 giorni previsti. È un segnale concreto che, nel rispetto delle regole e delle decisioni dell’autorità giudiziaria, accompagna gli allevatori verso la ripartenza”.

Per l’assessore della Sanità, Armando Bartolazzi, ”il Consiglio di Stato conferma in modo inequivocabile e definitivo la bontà del percorso intrapreso. Ciò che è avvenuto nelle ultime settimane, con comunicati e azioni pregiudiziali e ostruzionistiche nei confronti dei provvedimenti intrapresi dalla Regione, invita a riflettere attentamente, e si spera definitivamente, sul tempo perso e sul rischio di creare danni irreparabili, sia economici all’intera Isola, sia alla salute del comparto zootecnico, quando materie prettamente scientifiche vengono strumentalizzate ai fini politici o di consenso”.

Bartolazzi, inoltre, sottolinea che “le normative europee e nazionali sulla gestione delle malattie infettive derivano da anni di esperienze cliniche-epidemiologiche e dalla gestione di precedenti criticità analoghe, che forniscono dati incontrovertibili e misurabili sui quali si basano le azioni da intraprendere per contrastare l’epidemia: lotta all’insetto vettore, vaccinazione e stamping out. Pur comprendendo umanamente e con onestà intellettuale le preoccupazioni degli allevatori è inverosimile che tali normative possano essere messe in discussione da chi non ha competenze tecniche in materia”.

“A queste voci fuori dal coro - conclude - va attribuita la responsabilità di aver rallentato, fortunatamente in minima parte, il buon andamento della campagna vaccinale e di profilassi, che rappresenta l'unica arma efficace contro la dermatite bovina. La maggioranza degli allevatori fortunatamente lo ha capito e si è affidata con fiducia al servizio veterinario regionale. Siamo ad oggi oltre il 50% delle vaccinazioni, con 140 mila capi vaccinati. Di questo passo saremo in grado di uscire presto dall'emergenza”.