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Un vecchio bidone rinvenuto in cantina con all'interno un uomo smembrato e coperto di calce viva per mascherarne l'odore sembra essere la scena del macabro omicidio avvenuto probabilmente venerdì scorso, l'ultimo giorno in cui la vittima, Alessandro Venier, 35 anni, è stata vista in giro.
Il ritrovamento del cadavere in un bidone a Gemona del Friuli è stato segnalato alle autorità da due donne legate alla vittima: sua madre e la sua compagna, Lorena Venier, 62 anni, e Marylin Castro Monsalvo, 31enne colombiana, con cui Alessandro Venier aveva una figlia di 6 mesi, ora in affidamento presso una struttura protetta.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, non ci sarebbero segnali premonitori, litigi familiari o precedenti che potessero far presagire un piano così oscuro e inspiegabile, assicurano i vicini. Gli investigatori, per ora, mantengono il silenzio, mentre durante l'interrogatorio di ieri, giovedì 31 luglio, le due donne avrebbero già confessato e si trovano in carcere.
"NON VOLEVA APPARECCHIARE LA TAVOLA", UNA DELLE IPOTESI
Una delle prime teorie emerse, riportata anch'essa dal Corriere del Veneto, indica che la tragedia potrebbe essere stata scatenata da una lite scoppiata venerdì sera, dopo che il 35enne si sarebbe rifiutato di apparecchiare la tavola, gesto che sembra rappresentare il culmine di un sentimento di frustrazione accumulatosi nel tempo nelle due donne, alimentato dall'inerzia e dalla mancanza di traguardi nella vita dell'uomo, che negli ultimi tempi non aveva un lavoro fisso e avrebbe avuto, secondo il quotidiano, qualche precedente di giustizia.