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Sono passati 44 anni da uno degli episodi di cronaca nera più clamorosi avvenuti nell'Isola. Era il 31 luglio 1981 quando la città di Nuoro divenne teatro di una delle azioni più cruente di Barbagia Rossa, un collettivo attiguo alle Brigate Rosse operativo nel centro dell'Isola fra gli anni '70 e '80.
Alle 22:40 di quel giorno di mezza estate, un'Alfetta blu dei carabinieri sulla quale si trovavano due militari era in transito nei pressi della chiesa della Solitudine, lungo la strada che dal capoluogo barbaricino conduce al monte Ortobene, quando venne raggiunta dai colpi di mitra Sterling esplosi da un terrorista.
I militari di pattuglia erano il carabiniere sassarese Baingio Gaspa (alla guida dell'auto) e l’appuntato Santo Lanzafame, 40enne di Reggio Calabria, sposato con una donna di Lodè e padre di cinque figli. Si trovavano nella cosiddetta curva di Bobore quando il militante di estrema sinistra aprì il fuoco.
Mentre Gaspa rimase illeso, Lanzafame fu gravemente ferito. L'uomo venne trasferito d'urgenza all'ospedale San Francesco dove i medici riuscirono a stabilizzarlo, sebbene le sue condizioni rimanessero critiche.
LA RIVENDICAZIONE
Il mattino seguente, Barbagia Rossa rivendicò l’attentato terroristico con una telefonata alla redazione locale dell’Ansa. Nelle intenzioni dei terroristi, a quanto emerse, sarebbero dovuti morire entrambi i carabinieri.
Il 4 agosto venne recapitato alla redazione nuorese de L’Unione Sarda un documento nel quale si ribadiva la matrice politica dell’attentato di alcuni giorni prima. Nel medesimo ciclostilato, gli eversori sottolinearono che l’insegnante Nicolino Zidda (morto a Orune in un'azione di fuoco nel mese di giugno) era rimasto ucciso per errore da Barbagia Rossa, che aveva come reale obiettivo il brigadiere Salvatore Zaru, che si trovava in sua compagnia.
LA MORTE DI LANZAFAME
L'appuntato Lanzafame lottò per giorni fra la vita e la morte, sottoposto a una serie di interventi chirurgici fra Nuoro e Cagliari. Il 5 agosto venne sottoposto a un ennesimo delicatissimo intervento alla testa. L'operazione riuscì perfettamente, ma le sue condizioni non accennarono a migliorare. Nella tarda mattinata del 6 agosto, Lanzafame si spense e il suo nome venne iscritto fra quelli degli eroi vittime del terrorismo degli Anni di piombo.
FUNERALI E SVILUPPI
Il 7 agosto si celebrarono le esequie del carabiniere presso la cattedrale di Santa Maria della Neve a Nuoro. Una folla commossa partecipò ai funerali, fra loro il sindaco della città Andrea Pau, che aveva proclamato il lutto cittadino. Nelle ore successive alcuni giovani barbaricini finirono in manette nell'ambito delle indagini sull'accaduto, ma ben presto vennero prosciolti.
Quello di Lanzafame fu l'ultimo grave attentato riconducibile al collettivo estremista. Nel febbraio del 1982, l'arresto del brigatista romano Antonio Savasta (che aveva supportato la formazione della costola sarda delle Br) portò a una serie di rivelazioni che permisero di smantellare la rete di terroristi e fiancheggiatori che aveva avvelenato l'Isola. Barbagia Rossa scomparve definitivamente dalle cronache lasciando dietro di sé numerosi interrogativi mai risolti.