Statuette, piccoli netzuké giapponesi e altri manufatti in avorio esposti come fossero semplici oggetti da collezione. In realtà erano beni illegali, privi della documentazione necessaria a certificarne la provenienza e la liceità del commercio. È quanto hanno scoperto nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Cagliari durante un controllo a Muravera.

Gli uomini dell’Arma hanno individuato una cittadina italiana di 60 anni che aveva messo in vendita 34 oggetti in avorio, un materiale ricavato dalle zanne di elefante: specie inserita nell’Appendice I della Convenzione di Washington (CITES), dunque considerata in pericolo di estinzione e soggetta a norme rigidissime sul commercio.

I militari hanno sequestrato i manufatti, per un valore complessivo di circa 1.600 euro, e denunciato la donna per detenzione illecita a scopo di lucro e vendita di parti di specie protette, in violazione del Regolamento UE 338/97 e della Legge 150/1992.

Ora rischia una pena che va da sei mesi a due anni di arresto oltre a un’ammenda da 15.000 a 150.000 euro.

La Convenzione CITES tutela migliaia di specie animali e vegetali minacciate d’estinzione, regolando o vietando il commercio di parti, derivati o esemplari vivi. Secondo gli esperti, lo sfruttamento commerciale – insieme alla distruzione degli habitat – è tra le principali cause di estinzione di un numero sempre maggiore di specie.

Il traffico illegale di animali e loro parti, ricordano i Carabinieri Forestali, muove nel mondo circa 23 miliardi di euro l’anno, piazzandosi al quarto posto tra le attività criminali internazionali, dopo armi, droga e tratta di esseri umani. Un fenomeno che spesso si accompagna a corruzione, falsificazione e violenza.

Il Nucleo CITES di Cagliari ricorda che chi acquista o vende oggetti in avorio, piante, animali o loro parti deve sempre verificare: se la specie è tutelata dalla Convenzione CITES e se è presente e disponibile la documentazione che ne attesti la lecita provenienza. Senza questi documenti, qualsiasi transazione è illegale.