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L’assemblea permanente dei lavoratori di Eurallumina di Portovesme, nel Sulcis, “esasperati dall’inerzia istituzionale”, ha deciso di intraprendere una clamorosa protesta: un gruppo di operai ha deciso di salire sul silo n. 3, a circa 40 metri di altezza.
Cgil, Cisl e Uil sostengono questa nuova iniziativa di lotta e chiedono che Mimit, Csf, Mef e presidenza del Consiglio intervengano subito per “stanziare i fondi necessari alla continuità operativa di Eurallumina, come previsto dalla legge, per garantire il pagamento delle utenze, dei salari e delle fatture delle imprese terziste e assicurare la prosecuzione delle bonifiche ambientali”.
Le tre sigle, nel comunicato dello scorso 7 novembre, avevano annunciato una possibile mobilitazione generale e l’organizzazione di una trasferta a Roma e il 10 novembre è stata inviata al ministro Urso una richiesta di incontro.
“A oggi non è giunto alcun riscontro e, vista l’assoluta incertezza del quadro e la gravità delle conseguenze imminenti, abbiamo ritenuto necessario convocare per la giornata odierna ai i cancelli dello stabilimento l’assemblea generale delle lavoratrici e dei lavoratori - fanno sapere i sindacati e la Rsa - La stessa assemblea proclama lo stato di mobilitazione generale e sostiene l’iniziativa della delegazione dei lavoratori che sono saliti sul silo a 40 metri”.
In una lunga nota i sindacati e le rappresentanze degli operai ricordano che:
“Nonostante gli obiettivi già raggiunti ultimo in ordine di tempo l’emanazione del nuovo Dpcm Energia Sardegna, permane a oggi un ultimo, decisivo ostacolo alla possibilità che Rusal ed Eurallumina possano dare avvio agli investimenti previsti (oltre 300 milioni di euro). La mancata revoca delle sanzioni patrimoniali disposte dal Comitato di Sicurezza Finanziaria (Csf.) nei confronti di Eurallumina, originata dalla nota vicenda riconducibile indirettamente a un azionista del gruppo Rusal. Il provvedimento sanzionatorio, notificato l’8 maggio 2023, ha comportato l’affidamento all’Agenzia del Demanio della custodia e gestione dello stabilimento. Alla soluzione strettamente giuridica deve affiancarsi una soluzione tecnico-politica, necessaria per superare lo stallo e consentire la revoca delle misure”.
“Riteniamo paradossale - si legge ancora nella nota - la disparità di trattamento applicata all’Eurallumina rispetto ad altre aziende europee consociate della stessa UC Rusal (in Svezia, Germania, Irlanda), dove i rispettivi governi — pur aderendo al regime sanzionatorio — hanno scelto di tutelare le imprese ritenute strategiche, mantenendole operative. Inoltre lLa gestione finanziaria dello stabilimento, pari a oltre 20 milioni annui, è stata sostenuta sino a settembre 2025 dalla stessa proprietà (Rusal), mentre la normativa prevederebbe la gestione — anche finanziaria — da parte del Csf tramite l’Agenzia del Demanio con fondi ministeriali”.
“Il 6 novembre 2025, durante l’incontro tra azienda, Confindustria Sardegna Meridionale, sindacati territoriali e Rsa, Eurallumina ha comunicato di aver fissato al 12 novembre la data entro la quale ottenere certezza sullo stanziamento dei fondi necessari alla gestione. La mancata risposta ha costretto l’azienda a convocare un consiglio di amministrazione, inizialmente previsto in data 14 novembre, poi rinviato alla settimana in corso”.






