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Si è presentato davanti al giudice delle indagini preliminari senza rispondere alle domande, ma ha voluto comunque dire la sua. Emanuele Sircana, vent’anni, arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di omicidio volontario e vilipendio di cadavere in concorso, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia tenutosi oggi presso il Tribunale dei minorenni. Tuttavia, ha rilasciato dichiarazioni spontanee. “Era un brav’uomo”, avrebbe affermato riferendosi a Mario Sedda, la vittima, incontrata – sostiene – quella sera “per caso”.
Difeso dall’avvocata Alessandra Delrio, Sircana, che all’epoca dei fatti aveva appena 17 anni, ha respinto ogni accusa di coinvolgimento nella brutale uccisione avvenuta quattro anni fa a Porto Torres. Il giudice ha confermato la misura cautelare in carcere, e il giovane è stato riaccompagnato nel centro di detenzione minorile di Quartucciu.
“Siamo convinti che il lavoro della Procura non sia ancora concluso”, ha dichiarato l’avvocata Delrio, che nelle prossime ore valuterà la possibilità di presentare ricorso al Tribunale del Riesame. “Ci aspettiamo un’accelerazione delle indagini già nei prossimi giorni. Il mio assistito è molto provato e desidera esprimere il proprio cordoglio alla famiglia della vittima”.
La vicenda negli anni
La morte di Mario Sedda, rinvenuto senza vita il primo aprile 2021 tra le sterpaglie di via Sassari, fu in un primo momento attribuita a cause naturali. Ma l’autopsia stravolse completamente l’impostazione iniziale: il corpo presentava segni evidenti di violenza inaudita. Una lama in ceramica spezzata era conficcata all’altezza dello zigomo, e sul cadavere vi erano numerose ferite compatibili con torture: calci, pugni, colpi di pietra, coltellate. Come se non bastasse, il corpo era stato poi deturpato con l’utilizzo di sostanze chimiche.
Da quel momento le indagini si rivelarono complesse e frammentate. Un minorenne e due uomini poco più che trentenni finirono nel registro degli indagati e le loro abitazioni furono sottoposte a perquisizione.
Il 4 giugno scorso, dopo quattro anni di indagini, i carabinieri hanno eseguito l’arresto di Sircana, accusato di aver preso parte all’omicidio e alla successiva profanazione del cadavere, in concorso con persone al momento non identificate. Ora si attende che l’inchiesta faccia piena luce su una vicenda che, ancora oggi, conserva molte ombre.