Nell'ultimo fine settimana, come riferito dalla Polizia di Stato, circa 200 migranti provenienti dall'Algeria sono arrivati in modo irregolare sulle coste sud-occidentali della Sardegna. Dopo essere stati accolti presso il centro di primo soccorso e accoglienza di Monastir, sono stati sottoposti a controlli sanitari e identificativi da parte dei medici dell'ASSL di Cagliari. Il personale dell'Ufficio Immigrazione della Questura e della Polizia Scientifica si è attivato per adottare i provvedimenti amministrativi necessari.

Durante le operazioni di controllo, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino di origini algerine per aver violato il divieto di rientro sul territorio nazionale. Inoltre, tre giovani cittadini algerini sono stati fermati con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, definiti come "scafisti". I tre erano stati rintracciati dagli agenti della Squadra Mobile a Cagliari, dopo essersi allontanati dal centro di accoglienza di Monastir per evitare di essere identificati.

Le indagini condotte dagli agenti, supportate da Frontex, hanno permesso di ricostruire il viaggio dei tre presunti scafisti responsabili del trasporto di migranti fino alle spiagge di Teulada. Secondo quanto emerso dalle testimonianze e dai video acquisiti, i tre avrebbero dovuto accompagnare due imbarcazioni con a bordo 20 migranti da Annaba al Sulcis. Tuttavia, uno dei mezzi è rimasto fermo a causa di un guasto al motore, lasciando dieci persone alla deriva al largo delle coste algerine.

In un tentativo disperato di salvarsi, due presunti complici avrebbero minacciato gli altri passeggeri con un coltello, abbandonando il natante danneggiato per salire su un'altra imbarcazione funzionante e allontanarsi. Nonostante la richiesta di soccorso alla Capitaneria di Porto di Cagliari e le ricerche aeree effettuate, non sono stati trovati segni dei naufraghi.

A causa dei gravi indizi a loro carico e del rischio di fuga, i tre uomini sono stati tradotti presso la casa circondariale di Uta, in attesa delle decisioni dell'Autorità Giudiziaria che ha deciso di detenerli in carcere come misura cautelare.