Un’organizzazione capace di muoversi in tutta la Sardegna, colpendo basi militari, sedi istituzionali e attività politiche con blitz improvvisi, cortei non autorizzati, bombe carta e azioni dimostrative dal 2020 al maggio dello scorso anno. È questo il quadro delineato dall’inchiesta “Maistrali”, condotta dalla Direzione distrettuale antiterrorismo della Procura di Cagliari, che questa mattina ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 36 presunti anarco-insurrezionalisti.

Per dieci indagati, considerati gli ideatori e i promotori dell'organizzazione, l'accusa è quella prevista dall'articolo 207 bis del codice penale "associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione all'ordine democratico", le altre contestazioni vanno dal danneggiamento alla resistenza a pubblico ufficiale, passando per l'istigazione a delinquere, manifestazione non autorizzata, atti contro i diritti politici, lesioni e imbrattamento oltre all'occupazione abusiva di luoghi.

L'operazione è stata battezzata Maistrali, dal nome del vento. Nel corso delle manifestazioni si sarebbero registrati più episodi gravi di violenza e danneggiamento. In contestazione ci sono intrusioni nelle aree delle basi militari, imbrattamenti di edifici e l'attentato incendiario messo a segno ai danni del Comando militare Esercito Sardegna di via Torino a Cagliari e il danneggiamento del banchetto della Lega in piazza Garibaldi. Fino ad arrivare al lancio di bombe carta durante la manifestazione Propal del maggio dello scorso anno in piazza Matteotti a Cagliari.

Oltre all'accusa di aver promosso e organizzato un'associazione con finalità di terrorismo, a dieci dei 36 indagati nell'ambito dell'operazione "Maistrali" viene contestata anche l'attività di divulgazione e proselitismo non solo in Sardegna sui temi antimilitarismo sovversivo attraverso blog come Maistrali, come il nome dell'indagine, e sulla piattaforma social Nishunu est solu.

Il gruppo aveva anche a disposizione l'Officina Autogestita Kasteddu, dove secondo l'accusa avvenivano gli incontri e si pianificavano le azioni. All'interno la polizia trovò anche bombe carta e striscioni rinforzati.

L'attività di indagine è diretta dal vicario del questore, Antonio Nicolli, già dirigente della Digos, e coordinata dal dirigente della sezione antiterrorismo Fabio Formato.