Un “killer silenzioso”, un “diavolo” che mostra pochi segnali della propria presenza, ma che è estremamente pericoloso. Il tumore al pancreas è una malattia difficile da diagnosticare: per questo la Asl Ogliastra ed altri cinque comuni del territorio hanno deciso di accendere simbolicamente una luce viola su edifici e monumenti, per aumentare l’attenzione e la consapevolezza su questa patologia che soltanto nel corso del 2025 arriverà a mietere 470 mila vittime a livello mondiale.

L’Ogliastra ha risposto presente alla "Giornata mondiale del tumore al pancreas 2025" promossa dalla “World Pancreatic Cancer Coalition” (WPCC), non solo illuminando la facciata dell’ospedale N.S. della Mercede di Lanusei, ma tingendo di viola anche diversi luoghi simbolo del territorio come il palazzo municipale di Arzana, la Torre di Barì di Bari Sardo, la suggestiva Stazione ferroviaria di Elini, la Torre di San Miguel di Arbatax e il municipio di Lanusei.

E proprio nell’aula consiliare del comune del capoluogo montano si è svolta la conferenza-dibattito dal titolo “Tumore del pancreas: identikit di un killer silenzioso”, alla presenza di operatori sanitari, amministratori locali e semplici cittadini. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Lanusei, Davide Burchi, il direttore della Chirurgia dell'ospedale N.S. della Mercede, Giovanni Pietro Paolo Gusai, ha aperto l'incontro, mettendo l’accento sull’importanza di queste giornate di sensibilizzazione.

«Il nostro intento con l'adesione a questo evento - spiega il primario - è quello di divulgare la conoscenza e aumentare la sensibilità sulla rilevanza di questa patologia. Inoltre - prosegue Gusai - è fondamentale sottolineare l'importanza della diagnosi precoce e di indirizzare i pazienti a centri dove ci sono specialisti formati ad hoc, coadiuvati da équipe multidisciplinari, vista la complessità di questa patologia».

Massimiliano Tuveri, chirurgo del nosocomio ogliastrino ed esperto in chirurgia oncologica del pancreas ha tracciato un preciso identikit di questa malattia. «Il tumore al pancreas è una patologia silente - spiega - purtroppo è difficilissima da individuare. Mostra pochi sintomi e solitamente sono del tutto aspecifici. Purtroppo in questo caso - continua il chirurgo - anche gli screening sono poco efficaci. I tumori del pancreas sono riconducibili a tre categorie - precisa Tuveri - il più pericoloso è l’adenocarcinoma duttale che può differire anche in base alla zona dell’organo in cui si sviluppa».

L’esperto passa poi a snocciolare i numeri legati alla malattia, che ne confermano la grande pericolosità. «In Italia, secondo i dati aggiornati al 2024, i decessi per tumore al pancreas sono stati 11.400 e secondo le proiezioni si prevede che entro il 2030, sarà la seconda causa di morte per tumore, dopo il polmone. Attualmente nel nostro paese ogni 100mila abitanti, ci sono circa 14 diagnosi di tumore al pancreas: di queste l'80% non è operabile. È uno dei tumori la cui incidenza è aumentata di più dal 1990 ad oggi». I fattori di rischio più importanti che causano l’insorgenza del tumore al pancreas sono l’obesità, il diabete, l’alcol, il fumo e l’età. «Su quest’ultimo non possiamo intervenire, ma sui primi quattro sì - spiega l’esperto - sono tutti fattori modificabili con il nostro comportamento». 

E qui entra in gioco la prevenzione. La ricetta per ridurre l’insorgenza del tumore al pancreas è simile a quella per combattere altre patologie. «Uno stile di vita sano, consumo di cibi salutari e tanta attività fisica» rimarca il chirurgo. Per fortuna arrivano notizie incoraggianti sul fronte delle cure. «I cardini del trattamento per combattere il tumore al pancreas, sono la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia - conclude Tuveri - grazie ai recenti progressi, l’aspettativa  di vita per i malati di tumore al pancreas è aumentata dal 6% al 32% negli ultimi 10 anni».