Il palco era avvolto da un'aura magica: niente luci stroboscopiche né scenografie complesse, solo la tenue e calda luce di centinaia di candele a illuminare il pianoforte e la sua interprete: Liliya Akhmetzyanova. La pianista -russa d'origine che ha scelto di vivere in Sardegna già da 8 anni- è stata la protagonista assoluta dello spettacolo Candlelight dedicato ai giganti del cantautorato italiano: Lucio Dalla, Lucio Battisti, Pino Daniele e Adriano Celentano.

Un tributo che, grazie al suo arrangiamento per pianoforte solista, fedele in ogni sua linea armonica e melodica, ha reso canzoni iconiche per generazioni nuove ed emozionanti esperienze d'ascolto.

La musica è infatti la lingua dello spirito, la sua segreta corrente vibra tra il cuore di colui che la esegue e l'anima di colui che ascolta. E infatti, il pubblico ha potuto ritrovare in una chiave ineditamente originale le melodie entrate a far parte della nostra anima.

Gli arrangiamenti della Akhmetzyanova sono al contempo fedelissime trascrizioni e vere e proprie reinterpretazioni, che hanno saputo valorizzare la struttura armonica e melodica dei brani.

Le celebri canzoni di Dalla hanno evocato tutta la profondità tipica del cantautore bolognese (che -osserva Liliya- "trasmetteva sempre una malinconia di fondo anche quando il titolo di una canzone era "Felicità"), i capolavori di Battisti hanno rivelato un'anima intima e suggestiva. Non sono mancati neppure i successi di Pino Daniele, ad aggiungere sentori di jazz e blues, e quelli di Celentano, proposti con un tocco che ha saputo fondere l'originale spirito scanzonato con una raffinata eleganza.

​Nella sua esecuzione Liliya ha dimostrato una padronanza tecnica impeccabile, frutto della rigorosa formazione classica, ma ciò che ha reso la sua performance davvero eccezionale è stata la capacità di infondere anima e sentimento in ogni singola nota. La sua non è una tecnica fine a se stessa, bensì uno strumento al servizio di un'espressività rara e coinvolgente. La pianista ha più volte espresso il valore che la musica cantautorale italiana rappresenta per lei, dichiarandosi onorata di poterla eseguire per il pubblico italiano e -magari- poter rievocare le emozioni tanto dell'infanzia quanto delle età più mature, con la potenza e l'emotività che solo la musica possiede. Essa stessa ha ricordato che -da bambina- le melodie e i film di Celentano erano riusciti a superare perfino la chiusura culturale dell'Unione Sovietica.

​La Akhmetzyanova ha affrontato ogni brano con sensibilità, giocando con il "rubato" e le dinamiche per creare un racconto sonoro ricco di sfumature. Ogni accordo, ogni arpeggio, ogni fraseggio ha svelato una profonda comprensione della melodia originale, ma anche un'abilità sorprendente nel manipolare le strutture armoniche. L'uso sapiente del pedale e la chiarezza del tocco hanno permesso di distinguere le diverse linee melodiche anche nei passaggi più complessi. La pianista ha mostrato un grande talento nell'alternare momenti di potente intensità con passaggi di delicata introspezione.

Un giovane spettatore ventenne, tra tutti, a fine spettacolo ha voluto manifestare tutto il suo apprezzamento, osservando che la più alta forma di musica è quella classica, seguita dal grande cantautorato italiano. Ebbene, per lui -che non si sente in linea coi gusti dei coetanei né si emoziona con la musica moderna, che invero lo irrita- questa serata gli ha permesso di vivere, con la mente, atmosfere di altri tempi e -anche grazie agli aneddoti di chi ai quei tempi c'era-... quasi una parallela gioventù!

​Lo spettacolo Candlelight, noto per la sua formula suggestiva, ha trovato in Liliya Akhmetzyanova la perfetta interprete per un repertorio che sembrava nato per essere suonato al pianoforte. Un'esperienza musicale che ha dimostrato come la vera arte non risieda nel mezzo, ma nel talento e nell'anima di chi la crea e la interpreta... del resto, come diceva Nietzsche, "senza la musica la vita sarebbe un terribile errore".