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Il Senato ha approvato in prima lettura il decreto che riforma l’esame di Stato delle scuole superiori, che tornerà ufficialmente a chiamarsi “esame di maturità”. Il provvedimento, votato per alzata di mano, passa ora alla Camera per la seconda lettura.
Il nuovo impianto dell’esame prevede che tutti gli studenti debbano sostenere sia le prove scritte sia quella orale per poter essere promossi. Le materie del colloquio saranno quattro, scelte ogni anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito entro il mese di gennaio. Le commissioni d’esame saranno composte da due membri interni e due esterni.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha definito la riforma “un passo importante per restituire serietà, valore e centralità a un momento decisivo del percorso educativo dei nostri studenti”.
“L’Esame di Stato torna a essere Esame di Maturità – ha sottolineato Valditara – con l’obiettivo di valutare la crescita complessiva dello studente, non solo le sue conoscenze. Abbiamo riformato la prova orale, che dal prossimo anno tutti i maturandi dovranno sostenere: chi sceglierà di fare scena muta sarà bocciato, mentre verranno valorizzati impegno e senso di responsabilità”.
Il ministro ha poi ricordato gli interventi sul canale 4+2 – che prevede quattro anni di scuola e due di formazione professionalizzante – che da sperimentale diventa ordinamentale, offrendo agli studenti nuovi percorsi tecnici e professionali per un accesso più rapido al mondo del lavoro.
“Prosegue il nostro impegno per una scuola che metta al centro lo studente e valorizzi i talenti di ciascuno” ha concluso Valditara.