La Sardegna è un’isola in cui tantissime persone vivono grazie al turismo dei mesi estivi e come tutti sappiamo la pandemia di COVID-19 del 2020 ha portato grandi difficoltà per tutti i lavoratori stagionali, ma come si è evoluta la situazione e come si sono ripresi i lavoratori?

Prima della pandemia, nell’estate del 2019 sono stati registrati 6,922,103 arrivi tra porti e aeroporti e le presenze totali stimate si aggirano attorno ai 14 milioni di persone. Poi nel 2020 cambia tutto, nella prima estate dall’avvento del COVD è stato riscontrato un calo del 60% circa di turisti.

Il 2021 è stato un anno di transito, ed è stata registrata una lenta ma visibile ripresa del mercato con circa il 70% dell’afflusso che si riscontrava prima della pandemia, mentre dal 2022 in poi c’è stato un aumento costante del turismo, la prima estate completamente libera dal COVID ha fornito numeri molto simili a quelli pre-pandemici poi nel 2023 è stato riscontrato un aumento del 2% e nel 24 di ben 16 punti percentuali, superando nettamente i livelli degli anni precedenti alla pandemia.

Parlando con varie imprese e ristoratori della zona di Siniscola è stata confermata la tendenza espressa dai dati, tutti gli imprenditori intervistati hanno riscontrato un importante aumento del turismo negli anni immediatamente successivi alla pandemia “Dal 2015 il lavoro era in crescita, il COVID ci ha quasi fatti fallire, ma adesso lavoriamo più di prima” inoltre hanno aggiunto “Il modo di lavorare è cambiato, ci sono giorni dove non c’è nessuno e altri dove sembra il 15 di agosto”, “Questo porta incertezza ma alla fine dei conti hai fatto quello che dovevi fare”.

Hanno poi lamentato inadeguati risarcimenti e una generale sensazione di abbandono “Durante la pandemia abbiamo rischiato di fallire e molti non sono riusciti ad andare avanti, per 100.000€ di perdita ce ne sono stati rimborsati 2.000, tra l’altro molti anni dopo”.

Alcuni lavoratori hanno poi espresso il loro malcontento su come è stato gestita la riapertura “Sono state imposte regole senza senso, potevamo fare solo asporto per non creare assembramenti dentro il locale ma fuori c’erano 50 persone ad aspettare” mentre altri hanno riconosciuto la difficoltà della situazione “Non era prevedibile una situazione del genere, non si può dare la colpa a nessuno”.