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All’interno del quartiere Castello, tra le mura medievali che dominano Cagliari, sorge il Duomo di Santa Maria Assunta, simbolo religioso e architettonico della città, la cattedrale racconta un millennio di storia, fede e potere, custodendo al suo interno opere d’arte, reliquie e memorie.
Le origini della chiesa, come tanti altri monumenti storici della città, risalgono al periodo della dominazione pisanain Sardegna, quando tra il 1215 e il 1220, i coloni toscani la edificarono. Un documento del 1254 la cita già come “Sancte Marie de Castello”, mentre nel 1258 viene elevata ufficialmente a cattedrale. Tra il XIII e il XIV secolo, durantela presenza aragonese, il tempio venne ampliato con il transetto e numerose cappelle gotiche, come quella della Sacra Spina. Durante questo periodo si arricchì anche di elementi catalano-gotici, evidenti nella bifora aperta sul transetto sinistro.
Tuttavia, è tra il XVII e il XVIII secolo che il Duomo cambia totalmente, sotto l’impulso degli arcivescovi Francisco Desquivel e Pietro Vico si realizza un profondo rinnovamento in chiave barocca. Viene costruita la criptaoggi nota come il Santuario dei Martiri, dove sono conservate le reliquie di oltre 170 vittime, e si modificano cappelle, altari e strutture interne, la facciata medievale viene abbattuta e sostituita da una barocca.
Nel Novecento, quest’ultima fu demolita nel tentativo di riportare la cattedrale al suo aspetto medievale, mancando però testimonianze sul suo aspetto originale si optò per un nuovo progetto in stile neoromanico, realizzato tra il 1930 e il 1933 dall’architetto Francesco Giarrizzo e ispirato ai duomi di Pisa e Lucca utilizza, come tanti altri monumenti a Cagliari, pietra calcarea del colle di Bonaria.
Il Duomo custodisce molte opere inestimabili: il pergamo romanico di Guglielmo, proveniente da Pisa e smembrato nel Seicento; il mausoleo del re Martino I di Sicilia; e importanti dipinti, tra cui un trittico fiammingo del XV secolo attribuito alla cerchia di Rogier van Der Weyden.
Il Duomo di Cagliari non è solo luogo di culto, rappresenta un museo della storia sarda, testimone di potere, arte, devozione e delle trasformazioni culturali dell’Isola.