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Un incontro di grande rilevanza scientifica e umana si è tenuto nel fine settimana appena trascorso presso l'aula magna Barbieri del Dipartimento di Agraria dell'Università di Sassari. L'evento, intitolato "La donazione di organi da donatore a cuore fermo", è stato organizzato dal Coordinamento ospedaliero procurement dell'Aou di Sassari, guidato dalla dottoressa Paola Murgia.
Dopo i saluti delle autorità, tra cui il commissario straordinario dell'Aou Mario Palermo e il rettore dell'Università di Sassari Gavino Mariotti, si è passati ai contributi di esperti del settore, come il direttore del Centro nazionale trapianti Giuseppe Feltrin e il direttore del Centro regionale trapianti Lorenzo D'Antonio, che hanno analizzato la situazione attuale della donazione a cuore fermo in Italia e in Sardegna.Durante l'incontro sono stati affrontati con rigore i temi bioetici, giuridici e medico-legali legati alla determinazione della morte attraverso criteri cardiologici, fondamentali per questo tipo di donazione. La donazione a cuore fermo è un processo complesso che richiede protocolli rigorosi, elevata competenza clinica e una stretta collaborazione tra diverse figure professionali coinvolte in ogni fase dell'intervento. A Sassari, questa pratica è diventata operativa a partire dal 14 ottobre 2024, data del primo prelievo multiorgano a cuore fermo in città, seguito poco dopo dal primo prelievo di cuore in Sardegna con questa tecnica, sempre a Sassari. Paola Murgia ha sottolineato che l'avvio di questo percorso è stato reso possibile grazie al lavoro di squadra e alla collaborazione interprofessionale.
Il programma "fine vita" e il protocollo condiviso con il tavolo tecnico regionale hanno permesso di sviluppare un modello operativo efficace che coinvolge numerose figure sanitarie e che sta promuovendo una maggiore consapevolezza e partecipazione alla cultura della donazione all'interno dell'ospedale locale.
L'incontro, accreditato ECM e patrocinato da diverse istituzioni sanitarie, ha coinvolto un vasto pubblico di operatori sanitari e si è articolato in tre sessioni mirate a fornire un quadro completo della situazione, ad approfondire gli aspetti normativi ed etici e a esaminare gli aspetti clinico-organizzativi, con la partecipazione di esperti nazionali del settore. È stata un'opportunità non solo per la formazione, ma anche per sensibilizzare sulla donazione degli organi, offrendo così nuove speranze di vita a molti pazienti in attesa di trapianto.

