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Due giovani ragazze che non si conoscono, Chiara Poggi e Meredith Kercher. Due vite diverse, due provenienze diverse e due progetti futuri diversi. Saranno -purtroppo- proprio questi ultimi che, confluendo in un brutale destino comune di assassinio a tradimento, le leggeranno fino ai nostri giorni, tra errori degli inquirenti, improbabili coincidenze, curiosi misteri, scie di dubbi... e numerosi studi sulle loro vicende, per molti versi speculari, come quello della dottoressa Roberta Bruzzone, che ne ha scritto un libro e uno spettacolo, "Delitti allo specchio".
Le prime tappe isolane della criminologa a Cagliari e Sassari, sold out e svoltesi il 31 maggio e il 1 giugno, sono state organizzate magistralmente da "Mister Wolf Events", realtà nota in tutta la penisola per la programmazione di qualità -dalla musica agli spettacoli passando per le conferenze- e in particolare anche in Sardegna, dove -da anni- cura numerosi eventi, spesso sold out (ultimi dei quali "I migliori danni della nostra vita" di Marco Travaglio).
Sarà sempre Mister Wolf Events a portare nell'Isola, il 2 luglio ad Alghero e il 3 luglio a Capoterra, il professor Umberto Galimberti ("Il bene e il male- educare le nuove generazioni") e a riportare, il 23 agosto a Capoterra, la Bruzzone, questa volta assieme a Giuseppe Lavenia con lo spettacolo-conferenza "Genitori sull'orlo di una crisi nervi".
Tra parentesi, la dottoressa Bruzzone ha colto l'occasione della permanenza isolana per partecipare anche alla tappa di apertura del Premio Letterario Giuseppe Dessì e a diversi incontri, a Sant'Antioco e San Giovanni Suergiu, con scuole e pubblico. Nelle oltre due ore della "relazione sul palco" della dottoressa Bruzzone, gli spettatori hanno potuto ripercorrere le indagini svolte, analizzando i fatti in modo oggettivo e implacabile, depurandoli dalle scorie delle false insinuazioni, degli errori investigativi e delle (troppe) parole buttate al vento, che spesso affollano le inchieste giudiziarie da prima pagina.
Un viaggio ora avvincente ora inquietante dove la criminologa -con la sua inconfondibile acutezza analitica e la capacità di rendere accessibili concetti complessi- analizza i profili psicologici dei carnefici e delle vittime. Il titolo stesso, "Delitti allo specchio", suggerisce un'indagine profonda non solo sui crimini in sé, ma anche sulle riflessioni che essi generano nella società e nell'individuo. La Bruzzone invita a guardare oltre la superficie del fatto di cronaca, a comprendere le motivazioni, le distorsioni cognitive e i percorsi che possono condurre all'atto criminale. Non si limita, infatti a un'analisi descrittiva, ma si propone di fornire strumenti per decifrare i segnali, per comprendere le logiche distorte che si celano dietro le azioni più impensabili, attingendo alla sua vasta esperienza sul campo, arricchendo il testo con aneddoti, perizie e osservazioni che rendono la lettura non solo istruttiva, ma anche estremamente coinvolgente.
Certe scelte processuali sono spesso obbligate per porre rimedio alle inevitabili conseguenze di clamorosi errori investigativi, così come certe condanne o certe assoluzioni possono anche essere “giuste”, ma lasciano lacune, non rispecchiando in pieno la realtà dei fatti. Quando il “sistema Giustizia”, dunque, fallisce il peso di quel fallimento, in fondo in fondo, ricade un po’ su tutti noi. Allora non resta che raccontare ed esaminare queste storie nella maniera più “vera e spietata” possibile, per rendere un ultimo e doveroso tributo al ricordo delle vittime. “Al di là di ogni ragionevole dubbio” è un posto piuttosto impervio, difficile da raggiungere senza faticare. Ed è proprio lì che, con la sua attività, Roberta Bruzzone prova da sempre a portare tutti noi. Il grande successo di "Delitti allo Specchio" testimonia il persistente interesse del pubblico per queste vicende e per la capacità della criminologa di offrirne una lettura critica e approfondita.
"Delitti allo Specchio" si conferma così non solo come un'opera di cronaca o un'analisi criminologica, ma come un invito a guardare oltre le apparenze, a interrogarsi sulle zone d'ombra che spesso si celano dietro i casi giudiziari più discussi, riflettendo, in ultima analisi, sulle fragilità e le contraddizioni della società stessa di fronte al crimine.