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"Marco merita che la sua storia non venga dimenticata", sono parole colme di dolore quelle di Cristina Amadori, fidanzata di Marco Mameli, il giovane di 22 anni di Ilbono ucciso a coltellate durante la festa di Carnevale a Bari Sardo lo scorso 1° marzo. Le indagini sul terribile omicidio che ha scosso la Sardegna hanno registrato questa mattina una svolta decisiva, con l'arresto del presunto responsabile, Giampaolo Migali, 27enne di Girasole, che è stato accompagnato dagli agenti della Squadra mobile di Nuoro nel carcere San Daniele di Lanusei.
"Oggi, dopo mesi di silenzio e attesa, è stato fatto un piccolo passo avanti. Ma questo non cancella il dolore, non placa l'angoscia, serve solo a ricordarci, con ancora più forza, che Marco non tornerà - prosegue la ragazza, affranta dl dolore -. Intorno a ciò che è successo ci sono stati troppi silenzi, troppa omertà, troppa paura, ma la verità non può più restare nascosta. Chi sa deve avere il coraggio di parlare, perché non possiamo permettere che si continui ad ammazzare senza un motivo, senza giustizia. Per Marco. Per la sua memoria. Per la verità", conclude Cristina Amadori attraverso i social.
TRE FENDENTI
Secondo l'accusa della Procura di Lanusei, Migali la sera del'1 marzo ha ucciso Marco Mameli colpendolo con tre fendenti, di cui uno mortale, e nella stessa occasione ferì Andrea Contu.
L'indagine è stata condotta dalla Squadra mobile della Questura di Nuoro, coadiuvata dal Commissariato di Tortolì, dalla polizia scientifica di Cagliari, dal Ris dei carabinieri di Cagliari e da personale specializzato della Guardia di finanza di Arbatax.
La raccolta degli elementi di prova - spiegano dalla Procura - si è basata sull'acquisizione e successiva analisi delle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nei pressi del luogo dell'omicidio, dagli accertamenti tecnico scientifici e dalle dichiarazioni di testimoni.