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La sindaca di Fonni e presidente di Anci Sardegna, Daniela Falconi, ha affidato ai social un post carico di emozione e senso di responsabilità, raccontando la sua battaglia per la sicurezza stradale. Lo ha fatto in seguito all’udienza importante di questa mattina per la tragedia che, il giorno di Natale del 2017, strappò la vita a Matteo e Francesco Pintor, vittime di un incidente avvenuto lungo la Statale 129.
Daniela Falconi ha ricordato il peso di quella vicenda e ha ribadito il suo impegno, insieme a tutta Anci, per ottenere strade più sicure e giustizia per tutte le vittime della strada. “Lo dobbiamo a Matteo, Francesco e a tutte le vittime,” ha scritto Falconi, lanciando un messaggio chiaro: non è una battaglia contro qualcuno, ma un impegno civile e morale verso tutta la comunità.
“Scrivo questo post perché ne ho bisogno, perché mi sento un peso e lo devo far uscire fuori. Non lo scrivo né da Sindaca né da presidente di Anci, o forse si” ha esordito Falconi, che questa mattina aveva appuntamento in tribunale con Giovanni Pintor e i suoi avvocati. Giovanni Pintor è il fratello di Francesco e Matteo, i due ragazzi morti quasi otto anni fa mentre insieme a Giovanni e ad un cugino raggiungevano la famiglia a Pattada per festeggiare tutti insieme.
“Con Giovanni da diversi mesi abbiamo iniziato a sentirci molto spesso. L’incontro con Giovanni è stato, per certi versi, una salvezza. Sul perché abbiamo iniziato a sentirci ci arrivo tra poco, o magari ci si arriva comunque, diciamo così, a intuito. Per farla breve: Anci Sardegna ha deciso grazie all’associazione AdessoBasta, di cui Giovanni è presidente di unirsi “ad adiuvandum” ad uno dei processi civili per quell’incidente. La condanna, se ci sarà una condanna, prevedrà che l’ente gestore della strada – in questo caso l’Anas – sarà obbligata a mettere in sicurezza tutta la strada apponendo guardrail a norma lungo tutto il percorso” ha proseguito Falconi.
“L’ho detto in tantissime interviste: entriamo in questa procedura non contro qualcuno, ma per lanciare un messaggio concreto come amministratori e come cittadini. Un messaggio tanto semplice quanto enorme: vogliamo strade sicure. Strade sicure per noi sardi e per tutti. Perché se siamo la regione più pericolosa d’Italia e quindi, la regione che fa più vittime in relazione ai chilometri percorsi e al numero di abitanti non dobbiamo cercare colpevoli ma fare tutto quel che è nelle nostre possibilità non solo per lanciare messaggi ma per far si che qualcosa cambi davvero”.
Nel post, Falconi ha raccontato che dopo che Anci ha aderito “è successo un po’ quello che in un paese – l’Italia – abituata al tifo da stadio per qualunque cosa succede sempre, prendendo a bersaglio la sottoscritta: “ti stai mettendo in mostra”, “sei un’opportunista”, “lo fai contro la giunta regionale”, “ti metti contro l’Anas, vedrai cosa succederà”… e potrei anche continuare. Ma anche no. Naturalmente ognuna di queste frasi mi è scivolata addosso come tutte le altre che in questi mesi sono arrivate”.
Quindi il racconto di un momento particolarmente toccante, la telefonata con la mamma dei ragazzi. “Ma veniamo al peso, e al perché nessuna frase ingiuriosa potrà mai avere un effetto su di me: la prima telefonata che ho ricevuto il primo novembre del 2024 è stata di Annarita, madre di Francesco, Matteo e Giovanni. Una cosa, su tutte, porterò per sempre con me tra quelle che Annarita mi ha detto: “noi adulti non possiamo lasciare la vita in mano ai diciottenni”.
Stamattina all’uscita del tribunale Annarita era li. Era lì con il suo bagaglio accumulato in questi anni. E le ho ricordato la sua frase di quel giorno devastante. E le ho ricordato quanto quella frase mi è entrata talmente dentro da farla diventare il centro del ragionamento che con tutti i colleghi sindaci abbiamo fatto per sposare in toto la battaglia di Adesso Basta. Non contro qualcuno, ma per costruire consapevolezza e infrastrutture sicure”.
“Altro che arrivismo e voglia di apparire. Lo dobbiamo a Matteo e Francesco. Lo dobbiamo a Michele, Lorenzo, Marco, Michele, Mauro. Lo dobbiamo alle troppe vite che ogni giorno ci lasciano nelle “nostre” strade” ha concluso Daniela Falconi.