Dall’inizio dell’anno al 31 luglio, in Italia si sono registrati 851 incendi che hanno distrutto 56.263 ettari di territorio, l’equivalente di 78.800 campi da calcio. Particolarmente drammatica l’impennata di fine mese: se fino al 17 luglio erano bruciati 30.988 ettari (43.400 campi da calcio) in 653 roghi, dal 17 al 31 luglio le fiamme hanno divorato altri 25.275 ettari in 198 incendi.

I dati emergono dal report "Italia in fumo", diffuso da Legambiente a Rispescia (Grosseto) in occasione della chiusura di Festambiente. Numeri che segnano un triste record: già a fine luglio 2025 la superficie bruciata ha superato quella dell’intero 2024 (50.802 ettari con 1.515 incendi).

A rischio anche le aree protette: dall’inizio dell’anno 18.700,53 ettari di siti Natura 2000 sono andati in fumo in 253 eventi incendiari. “L’Italia non può permettersi di perdere il suo patrimonio verde”, avverte Legambiente.

L’associazione richiama l’attenzione sull’incendio che ha colpito il cuore del Parco nazionale del Vesuvio, definendolo “un colpo al cuore e un fatto grave che deve richiamare tutti all’ordine e a interventi rapidi”.

“Dalla California alla Francia, fino all’Italia, l’emergenza incendi non dà tregua – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Nel nostro Paese è ormai sempre più cronica. Per contrastarla serve un approccio integrato, che affianchi ai piani antincendio boschivo la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto attivo, integrandoli con i piani forestali e con quelli di adattamento ai cambiamenti climatici, fondamentali per tutelare la natura e la biodiversità dei parchi”.

Legambiente chiede inoltre la piena applicazione della legge, l’aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco e l’estensione delle pene per il reato di incendio boschivo a qualsiasi tipo di rogo.