"Il nostro obiettivo non è occupare Gaza: è liberare Gaza, liberarla da Hamas". Sono le parole del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, in apertura alla conferenza stampa di oggi per i media stranieri. "Gaza sarà smilitarizzata, Israele avrà responsabilità prevalente sulla sicurezza, sarà istituita una zona di sicurezza al confine con Israele per prevenire incursioni terroriste future e sarà istituita una amministrazione civile che perseguirà una convivenza pacifica con Israele", afferma.

"Gli unici che muoiono di fame sono i nostri ostaggi", ha detto Netanyahu in sua difesa, affermando che ci sono ancora "migliaia di terroristi armati di Hamas che si sono impegnati a ripetere la ferocia dell'attacco del 7 ottobre del 2023".

Il presidente israeliano non ha dubbi: "Il mio piano è l'unico che può garantire una pace in un territorio in cui Hamas fa stare le persone in trappola". Poi una menzione a Trump, ringraziato per l'appoggio nel conflitto con l'Iran: "E' stato fondamentale nel porvi fine".

Il premier si dice sicuro di porre fine al conflitto in tempi brevi: "Possiamo raggiungere un risultato che salvaguardi la popolazione civile e colpire Hamas allo stesso tempo. Non era il nostro obiettivo smantellare Hamas, ma adesso lo è. I tempi saranno brevi. Vogliamo porre fine alla guerra".

Nel frattempo, le azioni di Israele ricevono condanne sempre più ferme: l'Italia firma un documento assieme a Germania, Gran Bretagna, Francia e altri 5 Paesi nel quale si respinge con forza la decisione del governo Netanyahu di lanciare un'ulteriore operazione militare su larga scala sulla Striscia.

Anche da Mosca si dicono contrariati. Nel frattempo, ancora Witkoff, inviato Usa che due settimane fa aveva partecipato alla riunione in Sardegna con emissari di Qatar e Israele, ha incontrato a Ibiza il premier qatariota.