In una giornata che doveva concludersi nel segno della tregua istituzionale, l’Aula del Consiglio regionale ha approvato in pochi minuti, e senza discussione, una mozione destinata a riaccendere lo scontro politico in Sardegna. Il documento, firmato dal capogruppo del Pd Roberto Deriu, impegna la Regione a presentare un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale sulla vicenda della presunta decadenza della presidente Alessandra Todde.

Opposizione accusa: "Blitz di fine seduta"

L’iniziativa, che la minoranza ha subito bollato come un “blitz di fine seduta”, è stata votata subito dopo l’approvazione del disegno di legge per il recepimento delle norme del decreto nazionale "Salva casa", passato con 28 voti favorevoli, 13 astensioni e due contrari. Appena il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini ha messo in votazione la mozione, i banchi dell’opposizione si sono svuotati in segno di protesta.

Il nuovo ricorso alla Consulta – il secondo dopo quello già depositato dall’avvocatura regionale, per il quale è stata fissata un’udienza il prossimo 9 luglio – ruota attorno a una questione centrale: la legittimità dell’ordine, arrivato dal tribunale civile di Cagliari, che chiede al Consiglio regionale di dichiarare la decadenza della presidente Todde. Secondo il testo approvato ieri, questa richiesta costituirebbe una “lesione palese della sfera di competenza del Consiglio”, che non avrebbe mai preso parte al procedimento giudiziario.

I tempi, però, stringono: per evitare il pericolo di un'eventuale decadenza, il nuovo ricorso dovrà essere depositato entro il 22 luglio. Resta da chiarire se la Corte Costituzionale deciderà di accorpare i due procedimenti e se questo potrà comportare un eventuale slittamento delle decisioni.

Durissimo l’intervento del capogruppo dei Riformatori, Umberto Ticca, che ha attaccato frontalmente la maggioranza: “Un blitz di fine seduta per un ricorso senza fondamento giuridico. Non è difesa dell’autonomia, ma delle poltrone. Si cerca solo di guadagnare tempo e tenere in piedi una Giunta politicamente al capolinea”.