Nessuna prova certa, troppe lacune, testimonianze contraddittorie. Si chiude così, con un’assoluzione piena per tutti e tredici gli imputati, il processo per la maxi rissa scoppiata nell’ottobre del 2017 nel quartiere di Santa Maria di Pisa, a Sassari, che vide coinvolte circa settanta persone.

La sentenza è stata pronunciata questa mattina dalla giudice Sara Pelicci, in aula al Tribunale di Sassari. I fatti risalgono a una sera di otto anni fa, quando in piazza Dettori si fronteggiarono due gruppi distinti: da una parte alcuni giovani sassaresi, dall’altra ragazzi extracomunitari ospiti del vicino centro di accoglienza Pime di via Solari. Bastoni, cinghie, bottiglie: la violenza fu tale che tre persone – due migranti e un sassarese – rimasero ferite, una delle quali finì al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata.

All’epoca, la tensione in quartiere era altissima. Polizia e Carabinieri pattugliarono per giorni l’intera zona, trasformata in una polveriera. A pesare sulle spalle di alcuni imputati c’era anche l’accusa di violenza privata, per aver accerchiato e colpito l’auto del direttore del centro di accoglienza, accompagnando l’azione con insulti e minacce.

La Procura aveva chiesto condanne comprese tra i 4 e i 7 mesi di reclusione, ma la giudice ha accolto le argomentazioni della difesa. Decisivo il lavoro del nutrito collegio di avvocati – composto da Pierluigi Olivieri, Guido Demartis, Letizia Doppiu Anfossi, Mariano Mameli, Marco Manca, Sabrina Mura, Giuseppe Onorato, Marco Palmieri, Gabriela Pinna Nossai e Martina Salaris – che hanno sostenuto come non fosse possibile attribuire con certezza le responsabilità ai loro assistiti.