"In Sardegna, le leggi non si calano dall’alto. Si scrivono tenendo conto della nostra storia, della nostra società, del nostro modo di vivere, del nostro diritto all’autonomia. È con questo spirito che abbiamo approvato la legge regionale 'Salva Casa'. Non una semplice trasposizione del decreto nazionale, ma una norma pensata per la Sardegna, per risolvere problemi reali, nel pieno rispetto dell’autonomia e delle competenze legislative della Regione".

Così la presidente della Regione, Alessandra Todde, dopo l'approvazione in Consiglio regionale del Ddl 83/A, che recepisce in maniera autonoma e ragionata il decreto-legge nazionale “Salva Casa”. "Abbiamo scelto di semplificare senza svendere, di regolarizzare senza sanatorie generalizzate, di dare risposte a chi, per colpa di piccole difformità edilizie, si è trovato per anni nell’impossibilità di vendere, ristrutturare o persino abitare la propria casa", prosegue.

"Oltre il 60% del patrimonio immobiliare sardo - osserva Todde - è stato costruito prima del 1980: una realtà che conosciamo bene, che merita strumenti normativi all’altezza. Lo abbiamo fatto aggiornando la legge regionale sull’edilizia e mantenendo ferme le tutele sul paesaggio, la qualità del costruito, la destinazione d’uso. Non è stato copiato integralmente il decreto nazionale. Non abbiamo ridotto la soglia minima di abitabilità dei monolocali da 28 a 20 mq, perché 20 mq non sono una casa, ma un loculo, e la casa deve avere dignità".

"Un ringraziamento sentito all’assessore dell’Urbanistica Francesco Spanedda, ai suoi uffici e ai consiglieri regionali che, con impegno e competenza, hanno reso possibile questo importante traguardo. Questa è una legge di buon senso, chiarezza e rispetto. Per i cittadini, per le imprese, per i Comuni", conclude la governatrice.