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Lo sciopero nazionale dei lavoratori delle ferrovie promosso da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, con obiettivo il rinnovo del contratto nazionale di lavoro e del contratto aziendale del Gruppo Fs., ha registrato un'ampia partecipazione in Sardegna.
Secondo quanto riportato dalla Cgil, l'adesione alla protesta nell'Isola ha coinvolto l'80% dei lavoratori, con tassi di partecipazione che si avvicinano al 100% tra gli addetti alla circolazione, come macchinisti, capi treno, capi stazione e addetti alle sale di monitoraggio. Gli utenti sardi hanno dovuto affrontare una giornata caratterizzata da disagi, ritardi e cancellazioni. Durante lo sciopero, sono stati operativi solo i treni previsti per legge e quelli programmati prima dell'inizio dell'astensione, alle 9 del mattino, e al termine delle otto ore di sciopero, alle 17.
"Ma bisogna arrivare a uno sciopero - chiede in polemica Arnaldo Boeddu, segretario generale in Sardegna della Filt-Cgil - per far comprendere al gruppo delle Ferrovie dello Stato che c'è un grandissimo problema tra i lavoratori che attendono da oltre 16 mesi il rinnovo del loro contratto?". Azienda dunque nel mirino dei sindacati: "Lavoratori e cittadini che prendono giornalmente i treni così come i turisti che arrivano nel nostro bellissimo paese, sono tutti gravati da disagi per un atteggiamento dilatorio aziendale, che dimostra - denuncia Boeddu - una totale mancanza di responsabilità".
"Nonostante i numerosi incontri e le procedure di raffreddamento attivate, la controparte - sottolinea il segretario regionale della Uiltrasporti, Mario Putzolu - continua a ignorare le legittime richieste dei lavoratori del settore ferroviario. Per questo motivo, le lavoratrici e i lavoratori scendono in piazza compatti per rivendicare diritti, dignità e giustizia contrattuale. Adesso basta. È il momento di agire per un contratto giusto e dignitoso per tutti".