Un’intera comunità, ancora sotto choc, si prepara oggi a dare l’ultimo saluto a Cinzia Pinna, la 33enne uccisa la notte tra l’11 e il 12 settembre nella tenuta di Conca Entosa, tra Palau e Arzachena, da Emanuele Ragnedda, 41 anni, reo confesso dell’omicidio.

Oggi, alle 16, a Castelsardo nella cattedrale di Sant’Antonio Abate verrà officiato il funerale, presieduto da don Pietro Denicu, il parroco che aveva promosso la fiaccolata cittadina in memoria di Cinzia. La sindaca Maria Lucia Tirotto ha proclamato per oggi il lutto cittadino, per “interpretare il sentimento di profondo cordoglio e vicinanza espresso dall’intera cittadinanza”. Intanto, in queste ore, i messaggi di affetto per Cinzia si moltiplicano.

Castelsardo è il paese di origine della vittima e in cui vivono i suoi genitori, noti ristoratori, e sua sorella, la prima che già dalla mattina del 12 settembre lancio l'allarme sulla scomparsa e attivò la macchina delle ricerche durate dodici giorni fino alla svolta con la confessione di Ragnedda.

L’AUTOPSIA E GLI ACCERTAMENTI SULL'AUTO

L'autopsia ha accertato che la morte è stata causata da tre colpi di pistola al viso, fatale quello all'altezza della mandibola. Ieri, invece, è stata ispezionata con il luminol per cercare eventuali tracce di sangue, l'auto di Emanuele Ragnedda. Gli specialisti del Ris di Cagliari hanno lavorato all'interno della vettura, custodita nel deposito giudiziario di Olbia.

Secondo quanto si è appreso, sarebbero stati trovati e sequestrati diversi oggetti: ora sono in corso accertamenti per capire se si tratti degli effetti personali della vittima spariti, insieme al suo cellulare, dopo la scoperta del corpo abbandonato sotto un albero della tenuta.