Questa mattina Israele ha lanciato una vasta offensiva contro l’Iran, colpendo obiettivi militari e nucleari strategici. Da settimane si respirava un’aria di crescente tensione tra i due Paesi. L’operazione, ribattezzata “Rising Lion” dall’esercito israeliano, ha coinvolto oltre 200 caccia e missili di precisione che hanno colpito più di 100 bersagli, tra cui impianti di arricchimento dell’uranio, postazioni dei Guardiani della Rivoluzione e centri di comando militare.

Israele ha dichiarato di aver agito per prevenire quello che definisce un “punto di non ritorno” nel programma nucleare iraniano. Una giustificazione che rievoca gli spettri del passato: la guerra preventiva come unica via per garantire la sopravvivenza nazionale. Il premier israeliano ha parlato di “azione difensiva necessaria”, mentre le autorità iraniane hanno definito l’attacco un atto di “aggressione criminale” e promesso “una risposta che farà tremare Tel Aviv”.

"Possiamo ora confermare che il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, il Comandante delle Guardie della Rivoluzione islamica e il Comandante del Comando di Emergenza dell'Iran sono stati tutti eliminati durante gli attacchi israeliani in Iran da parte di oltre 200 aerei da combattimento". Lo ha scritto su X l'Idf, riferendosi all'uccisione negli attacchi in Iran di Mohammad Bagheri, Hossein Salami, e Ghulam Ali Rashid.

"Questi sono tre spietati assassini di massa con le mani sporche di sangue internazionale. Il mondo è un posto migliore senza di loro", commenta nel post l'esercito israeliano, celebrando il successo dell'operazione.

La risposta iraniana, infatti, non si è fatta attendere. Droni e missili iraniani sono stati lanciati verso il territorio israeliano poche ore dopo l’attacco, provocando danni in diverse aree, anche se il sistema di difesa Iron Dome ha intercettato gran parte delle minacce.

Quello che preoccupa maggiormente, però, è lo scenario che potrebbe aprirsi da ora in avanti. Le cancellerie occidentali sono in allarme. Gli Stati Uniti, pur affermando di non essere coinvolti direttamente nell’azione israeliana, hanno rafforzato la presenza militare nella regione. L’Unione Europea ha chiesto con urgenza un cessate il fuoco, mentre l’ONU si riunisce per una sessione straordinaria.

Le immagini che arrivano da Teheran e Tel Aviv mostrano strade deserte, rifugi pieni e sirene che squarciano il silenzio della notte: ancora una volta, a pagare il prezzo più alto della guerra sono i civili.