La situazione di siccità che sta colpendo la Sardegna sta iniziando a destare preoccupazione tra le imprese e i cittadini dell'Isola, causando problemi ai territori e alle comunità con restrizioni e razionamenti. La mancanza prolungata di piogge e le alte temperature persistenti da più di 8 mesi, insieme ai cambiamenti climatici in corso, stanno generando apprensione anche tra gli artigiani locali.

Secondo un'analisi condotta dall'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna sulle "Imprese idro-esigenti dell'Isola", la carenza d'acqua potrebbe avere un impatto sull'attività di oltre 6.000 imprese, con più di 20.000 dipendenti, e su gran parte del sistema produttivo regionale. In particolare, sono state individuate 2.137 aziende operanti in 10 settori manifatturieri a elevato consumo d'acqua, di cui 1.493 sono artigiane, responsabili del 36,3% del consumo idrico isolano.

I settori con la maggiore intensità di utilizzo dell'acqua includono quello estrattivo (21,7 litri per euro di produzione venduta), tessile (20,9 litri per euro), petrolchimica (17,5 litri per euro), farmaceutica (14,1 litri per euro), gomma e materie plastiche (12,4 litri per euro), vetro ceramica, cemento, ecc. (11,2 litri per euro), carta (10,1 litri per euro) e prodotti in metallo (7,4 litri per euro). Complessivamente, queste attività impiegano 11.904 lavoratori, di cui 3.998 sono artigiani. A queste cifre vanno aggiunte le imprese dei servizi alla persona, come lavanderie, acconciatori ed estetisti, che utilizzano quantità d'acqua significative per le loro attività imprenditoriali, coinvolgendo altre 4.000 imprese e 8.500 addetti.

Sempre secondo l'analisi di Confartigianato, la Sardegna è al quarto posto tra le regioni più "sprecone d'acqua": Nell'Isola, ogni giorno, vengono immessi nelle reti 129 milioni di metri cubi di acqua (circa 424 a testa) e, pro capite, se ne perdono 224, equivalente al 52,8%, contro una media nazionale del 42,4%. La regione più sprecona è la Basilicata con il 65,5% di perdite, seguita dall'Abruzzo con il 62,5%. Quella più virtuosa è l'Emilia Romagna con solo il 29,7% di acqua che si perde.

Tra i capoluoghi sardi a Sassari è record delle perdite con il 63,4% (11esimo posto in nazionale), seguito da Oristano con il 60,4% (14esimo), da Nuoro con il 55,1% (19esimo) e Cagliari con il 53,5% (25esimo). La città sarda più virtuosa è Carbonia con solo il 21,7% degli sprechi (90esima su 109).

"È il momento giusto per riflettere sulle azioni da compiere - dice Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - e per continuare a programmare e progettare per non farci trovare impreparati anche nel futuro di fronte al sempre più probabile perdurare di assenza di precipitazioni. Per questo insistiamo - conclude Meloni - sulla necessità di investimenti per ridurre la dispersione della risorsa idrica a causa delle cattive condizioni delle infrastrutture".