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Materiale mostrato durante la conferenza stampa della polizia postale di Genova nell'ambito di una operazione che ha portato alla denuncia di decine di persone in tutta Italia per aver scaricato on-line film e telefilm coperti dal diritto d'autore, stamani 14 settembre 2010. ANSA/LUCA ZENNARO
Scene di violenze sessuali su bambini, riprese e condivise in rete come se fossero comuni file multimediali. È quanto hanno scoperto gli investigatori della Polizia di Stato al termine di una complessa operazione contro la pedopornografia online, che ha portato a cinque arresti e cinque denunce in Piemonte.
L’indagine, condotta anche sotto copertura dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica (C.O.S.C.) di Torino, ha permesso di individuare una rete di utenti che detenevano e scambiavano immagini e video di abusi su minori, spesso caratterizzati da contenuti di estrema violenza.
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno sequestrato numeroso materiale informatico — computer, smartphone e supporti di memoria — utilizzato per archiviare e distribuire i file illeciti.
In tutto, sono 22 le posizioni finite sotto la lente degli investigatori per aver condiviso o scaricato contenuti di pornografia minorile. L’esecuzione dei decreti di perquisizione emessi dalla Procura di Torino, effettuata con la collaborazione del C.O.S.C. di Milano e delle sezioni operative di Asti, Biella, Cuneo, Imperia, Novara, Savona e Vercelli, ha portato all’arresto in flagranza di cinque uomini, quattro nel capoluogo piemontese e uno a Novara.
Gli arrestati, di età compresa tra 30 e 61 anni, avevano in possesso materiale relativo a violenze sessuali su bambini anche in tenera età, oltre a video definiti dagli inquirenti “gore”, per la loro crudeltà e il contenuto estremo. In un caso, la Polizia ha sorpreso uno degli indagati mentre era online intento a scambiare i file con altri utenti: per lui è scattato anche l’arresto per diffusione di materiale pedopornografico.
Tutti i dispositivi informatici sequestrati saranno ora sottoposti ad analisi forense per ricostruire le reti di scambio e individuare eventuali ulteriori responsabili.










