Achille Polonara continua la sua sfida più dura, quella contro la leucemia mieloide che lo ha colpito nei mesi scorsi. Il cestista azzurro, che ha firmato con la Dinamo Sassari dopo l’esperienza con la Virtus Bologna, ha annunciato di aver finalmente trovato una donatrice compatibile per il trapianto di midollo osseo. 

“Abbiamo trovato una ragazza americana compatibile al 90%”, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera. “Sono stato fortunato, c’erano anche altri due potenziali donatori, tra cui un ragazzo tedesco, ma hanno scelto lei perché sono riusciti a mettersi in contatto subito”.

Polonara entrerà in ospedale domani, 16 settembre, per il ricovero e un ciclo di chemioterapia di 5-6 giorni. Il trapianto è previsto attorno al 23-24 settembre. Dopo un periodo trascorso a Valencia per le terapie, il giocatore è tornato a Bologna per proseguire il percorso di cure. Proprio in Spagna è stato raggiunto anche dall’inviato della trasmissione televisiva Le Iene, Nicolò De Devitiis.

Accanto a lui, in questi mesi, non è mai mancato l’affetto della famiglia. “Ci sono stati momenti duri, ma l’affetto dimostrato da tante persone mi ha aiutato a essere positivo e a guardare avanti in maniera ottimistica. Ho ricevuto tanti messaggi e telefonate, dal mondo del basket e non, poi mia moglie e i miei figli mi hanno dato la forza di guardare avanti con positività. Mio figlio Achille Jr è più piccolo e ha capito poco, mentre Vitoria come tutte le femmine è molto sveglia. Ha cominciato a chiedere perché vado in ospedale, perché ho perso i capelli e allora devi inventarti delle scuse per rispondere alle sue domande”.

Fondamentale anche il sostegno ricevuto dal mondo della pallacanestro. Dalle chiamate quotidiane di Marco Belinelli, ai messaggi dei compagni di Nazionale e di Gianmarco Pozzecco, fino al calore inaspettato dei tifosi greci: “Nonostante non abbia mai giocato là, il popolo greco anche sui social è stato carinissimo nei miei confronti, mi hanno sostenuto tantissimo e l’ho apprezzato molto”.

Polonara porta nel cuore anche lo scudetto vinto con la Virtus Bologna, che non ha potuto festeggiare come avrebbe voluto: “Il ricordo più bello della finale è quando tutta la squadra e lo staff sono venuti sotto casa mia una volta scoperto della malattia. Avrei voluto abbracciarli uno per uno, ma non era possibile”. 

Dopo la stagione, la Virtus gli ha proposto un ruolo nello scouting, mentre dalla Dinamo è arrivata l’offerta per continuare a giocare. “Ho preferito la proposta di Sassari perché il mio sogno è provare a giocare ancora. Avessi accettato un ruolo da scout significava smettere, invece così ho l’obiettivo di passare le visite mediche e tornare in campo”. Adesso la partita decisiva si gioca in ospedale.