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Il ricorso era in previsione, ma ora è ufficiale. Durante la riunione tenutasi ieri sera, il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento che implementa in Sardegna il Salva casa, dove l'adeguamento al decreto voluto da Salvini non è stato totale.
Il disegno di legge della Giunta Todde, approvato dal Consiglio regionale a giugno, ha mantenuto la superficie minima dei monolocali a 28 metri quadrati, mentre la legge nazionale l'ha ridotta a 20. La dichiarazione del Cdm evidenzia che tali disposizioni eccedono le competenze statutarie e sono in contrasto con la normativa statale.
"Preliminarmente - si legge nella specifica del dipartimento degli Affari regionali che ha portato all'impugnazione -, è opportuno ricordare che la Regione Autonoma della Sardegna, in forza dell'articolo 3, lettera f) e articolo 6 dello Statuto Speciale (L. Cost. n. 3/1948), e in coerenza con l'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, detiene una competenza legislativa esclusiva in materia di 'urbanistica e opere pubbliche'. Tale attribuzione, seppur ampia, non può tuttavia tradursi in una piena e incondizionata autonomia normativa".
Il Governo sottolinea che "la giurisprudenza costituzionale ha costantemente ribadito come anche le Regioni a statuto speciale siano vincolate al rispetto di principi e materie trasversali, tra cui spiccano le riforme economico-sociali di interesse nazionale, l'ordinamento civile - ambito che include le fondamentali norme di diritto privato inerenti alla proprietà, ai contratti e ai rapporti obbligatori, la cui disciplina non può essere disomogenea su base regionale - e la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali. L'analisi delle norme regionali in oggetto evidenzia come le stesse, nell'introdurre deroghe o previsioni, specifiche, incidano su tali limiti inderogabili, violando principi di coerenza ordinamentale e di tutela dei diritti fondamentali che, per loro natura, richiedono un'uniforme disciplina sul territorio nazionale, anche a fronte di autonomie regionali rafforzate".
Non solo il Salva casa. Il Cdm ha infatti impugnato anche la legge quadro sul trasporto pubblico locale. Il provvedimento, secondo il Governo, "è censurabile relativamente alla disposizione contenuta nell'articolo 2, che eccede dalle competenze riconosciute alla Regione autonoma della Sardegna dall'articolo 3, comma 1, lettera g) dello Statuto speciale di autonomia ( L. Cost. n. 3 del 1948) che riconosce alla Regione la competenza legislativa in materia di 'trasporti su linee automobilistiche e tramviarie'", "nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica".
LE DICHIARAZIONI DI SPANEDDA
Dopo l'approvazione della norma in Consiglio, la Regione Sardegna ha risposto puntualmente alle osservazioni provenienti dai Ministeri competenti - MIT, MIC e MASE - elaborando controdeduzioni scrupolose e dettagliate su tutti i rilievi ricevuti.
In merito all’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale n. 18 del 17 giugno 2025, “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia”, ribadiamo di aver agito con la massima correttezza istituzionale, muovendoci in coerenza con lo spirito di semplificazione presente nel decreto-legge “Salva casa” promosso dal Governo nazionale”, commenta così l’assessore degli Enti locali e Urbanistica, Francesco Spanedda.
“La nostra amministrazione ha sempre sostenuto le proprie ragioni in un confronto trasparente, dimostrando piena disponibilità a chiarire ogni aspetto tecnico e giuridico”, prosegue l’assessore. “Due sono le questioni centrali che riteniamo balzino agli occhi, per quanto il testo dell'impugnativa debba essere ancora valutato nel dettaglio. La prima è lo spirito stesso del “Salva casa”. La legge nazionale è stata presentata dal Governo come uno strumento di semplificazione e certezza per i cittadini, finalizzato a rimuovere ostacoli meramente formali e a regolarizzare situazioni con difformità poco rilevanti.
La Regione Sardegna ha accolto questa impostazione semplificando ulteriormente con regole chiare, come del resto previsto dallo stesso "Salva casa", e soglie basate su percentuali che rendono più facile e univoca, per esempio, la determinazione delle difformità edilizie.
Per questo sorprende che alcune controdeduzioni, in particolare del MIT, contraddicano le finalità annunciate dal Governo stesso, ponendo ostacoli che vanno nella direzione opposta a quella della semplificazione invocata dal Salva casa”.
La seconda questione rilevata dall’assessore è la messa in discussione dell’autonomia statutaria.
“Le deduzioni del MIT – sottolinea Spanedda – sollevano continuamente dubbi sull’esercizio della nostra competenza primaria in materia di edilizia e urbanistica, sancita dallo Statuto Speciale della Sardegna e da diverse pronunce della Corte costituzionale. Non è una discussione solamente tecnica, bensì è in gioco il principio stesso per cui la Regione Sardegna deve poter governare il proprio territorio secondo le scelte più idonee alla propria realtà e alle proprie esigenze. Se le norme vigenti consentono ai Comuni di stabilire standard diversi, non si comprende perché la stessa facoltà non possa essere riconosciuta alla Regione nell’ambito delle proprie competenze”.
Non è nemmeno una questione di colore politico. “Alcuni articoli oggi contestati sono stati infatti elaborati e accolti su proposta della minoranza, a riprova che il testo approvato è il frutto di un lavoro condiviso e di un dibattito aperto, non di una forzatura ideologica”, chiarisce.
“La Regione ribadisce con forza che ha operato sempre nel rispetto della Costituzione e dello Statuto sardo, rispondendo a tutte le richieste di chiarimento pervenute dai Ministeri, ha condiviso la volontà di semplificare le regole per i cittadini, così come annunciato dal Governo con il “Salva casa”, intende difendere in tutte le sedi il principio di autonomia e la propria competenza primaria in materia urbanistica, così come stabilito dal nostro Statuto Speciale”.
La Regione si riserva ogni valutazione di merito sulle argomentazioni che hanno portato all’impugnativa, ma ritiene che il confronto tra istituzioni di diverso livello non possa tradursi in un rimbalzo di impugnative che, di fatto, nega l’autonomia sancita dalla Costituzione e dallo Statuto Speciale.
“Difendere l’autonomia della Sardegna non è una battaglia politica, ma un dovere istituzionale”, conclude Spanedda.