Durante l'udienza davanti alla Corte Costituzionale sui ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in merito alla decadenza della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, l'avvocato Omar Chessa, legale in rappresentanza dell'amministrazione della Regione Sardegna, ha affermato: "Riteniamo che l'atto impugnato sia gravemente lesivo della sfera di competenza della Regione Sardegna perché accerta e ingiunge la sanzione della decadenza a carico del presidente eletto implicando la dissoluzione di tutti gli organi regionali".

"Se dovesse essere confermata - ha spiegato il legale - si dovrebbero indire elezioni regionali con gravissimo pregiudizio per tutti gli organi e membri regionali". Secondo l'avvocato, l'atto sarebbe gravemente lesivo perché "ingiungere illegittimamente la decadenza e quindi interrompere la vita degli organi regionali compromette gravemente l'esercizio delle funzioni della regione Sardegna". Si tratterebbe, dunque, del "classico conflitto per menomazione e quindi impossibilità dell'esercizio delle funzioni".

Inoltre la legge 1 del 94 riguardo le spese elettorali "non può trovare applicazione nei confronti del presidente elettivo", ha continuato Chessa, essendo stata "adottata in una fase in cui non c'era l'elezione diretta del presidente di Regione". In merito alla sentenza del tribunale di Cagliari che ha confermato l'ordinanza ingiunzione, "nella parte finale la motivazione afferma che vi è la competenza del consiglio regionale a deliberare sulla decadenza", ha proseguito l'avvocato Antonio Saitta, anche lui tra i difensori della Regione Sardegna.

E ha aggiunto che, però, la sentenza stabilisce anche che "spetta al tribunale effettuare il vaglio alle contestazioni mosse". Per il difensore, dunque, "è evidente l'invasione, quasi lo straripamento di potere, da parte del tribunale a danno del consiglio regionale le cui competenze vengono formalmente riconosciute ma sostanzialmente calpestate". La difesa chiede "l'accoglimento del ricorso e l'annullamento dell'ordinanza ingiunzione del 20 dicembre 2024".