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Il grido d’allarme arriva direttamente dalla Sardegna e trova eco a Roma. La Segreteria Regionale del Sindacato Indipendente Carabinieri (SIC), in stretta collaborazione con la Segreteria Generale Nazionale, ha raccolto e trasmesso una serie di criticità operative segnalate da numerose Stazioni presenti sul territorio isolano.
A fronte delle segnalazioni ricevute, il SIC ha prontamente sottoposto il dossier alla struttura nazionale, che ha elaborato e rilanciato il contributo sardo in forma di una nota sindacale articolata e incisiva, indirizzata direttamente al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
“Un lavoro di squadra, costruito sulle esigenze reali del territorio”, spiegano dal sindacato, “che ci vede portavoce attraverso il SIC delle difficoltà operative e umane che vivono quotidianamente i colleghi sardi”. Il messaggio è chiaro: servono dignità e riconoscimento per il servizio svolto, organici realmente operativi, condizioni di lavoro sostenibili e il rispetto dei diritti di chi tutela quotidianamente la sicurezza delle comunità locali.
Nel documento, il SIC sottolinea la necessità di"garantire piena autonomia decisionale ai Comandanti di Stazione", figure cardine della presenza capillare dell’Arma sul territorio. “Chi comanda una Stazione deve essere messo nelle condizioni di comandare davvero – si legge nella nota – di rappresentare il proprio personale, pianificare la risposta alla criminalità, gestire le esigenze locali. Non può limitarsi a eseguire ordini calati dall’alto.”
Il sindacato rivendica inoltre una maggiore valorizzazione del merito e del ruolo svolto dai Carabinieri nelle realtà periferiche, spesso lontane dai riflettori, ma centrali nella tenuta sociale e nella sicurezza del Paese. “Non possiamo più accettare che quando tutto funziona il merito sia di altri, e quando qualcosa non va, la colpa ricada sempre su chi è in prima linea”.