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"Eurallumina ha comunicato ufficialmente alle organizzazioni sindacali di interrompere il trasferimento delle risorse finanziarie, pari a 24 milioni di euro annui, che da anni garantivano la sopravvivenza della controllata italiana. Questi fondi erano indispensabili non solo per il pagamento degli stipendi e delle forniture, ma anche per portare avanti le bonifiche ambientali e coprire i costi energetici e operativi dello stabilimento". È quanto ribadiscono le segreterie territoriali di Filctem-CGIL, Femca-CISL, Uiltec-UIL e Rsa Eurallumina parlando di una "decisione dirompente".
"La scelta - spiegano i sindacati - è stata definita irrevocabile finché rimarranno in vigore il congelamento patrimoniale imposto dal Csf, la gestione vincolata all'approvazione periodica da parte dell'Agenzia del Demanio e, soprattutto, la mancata emanazione del Dpcm Energia. Quest'ultimo, da settimane fermo sui tavoli della Presidenza del Consiglio, non viene firmato a causa di scontri politici del Governo nei confronti della Regione Sardegna, mentre la fabbrica e i lavoratori attendono risposte concrete. Eurallumina ha dichiarato di disporre oggi di risorse sufficienti a garantire la continuità operativa per non più di due o tre mesi. Già da metà settembre la presenza media giornaliera in stabilimento sarà ridotta drasticamente da 90 a 38 unità, un ridimensionamento che anticipa il rischio di licenziamento collettivo. Se la situazione non verrà sbloccata, da qui a pochi mesi saranno a rischio 1500 posti di lavoro (potenziali al riavvio) e, con essi, l'acuirsi ulteriore della prospettiva di un futuro industriale e sociale del Sulcis".
"Questa vicenda - incalzano le sigle sindacali - assume contorni ancora più gravi se si guarda al resto d'Europa. Le altre controllate UC RUSAL nel resto dell'Europa quali Aughinish Alumina in Irlanda, Kubal in Svezia e Aluminium Rheinfelden in Germania, non sono state oggetto di alcun congelamento patrimoniale. I rispettivi governi hanno riconosciuto la strategicità delle produzioni e il valore sociale dell'occupazione, giustificando così la deroga alle sanzioni. Una disparità di trattamento intollerabile che penalizza esclusivamente i lavoratori italiani".
Nel frattempo, giovedì 11 si terrà un sit-in davanti alla Prefettura di Cagliari per illustrare la vertenza e sollecitare il Governo a intervenire. Il 16 settembre al Mimit si svolgerà un incontro decisivo: a quella data le istituzioni dovranno presentarsi con soluzioni concrete, a partire dalla firma del Dpcm Energia e da un percorso politico e tecnico per lo sblocco del patrimonio aziendale. “Dopo 16 anni di sacrifici e lotta, i lavoratori non possono accettare che sia lo Stato italiano a decretare la fine di Eurallumina, mentre altri Paesi europei hanno tutelato le stesse produzioni”.