Il decreto che ristabilisce i criteri di ripartizione dei sovracanoni dovuti ai Comuni rivieraschi da parte dei gestori di impianti idroelettrici è stato firmato dall'assessore Francesco Spanedda, responsabile degli Enti locali, Finanze e Urbanistica. Gli enti locali interessati attendevano da tempo questo provvedimento.

“Con il nuovo decreto sui sovracanoni idroelettrici - dichiara l’assessore Spanedda - la Regione Sardegna garantisce certezza, trasparenza ed equità nei rapporti finanziari tra gestori degli impianti idroelettrici e i territori interessati. È un atto atteso da tempo. I Comuni rivieraschi hanno sacrificato una parte importante del loro territorio alla produzione di energia idroelettrica, permettendo lo sviluppo delle imprese e dei centri urbani sardi. È importante quindi che si compensi con risorse economiche per servizi e investimenti sul territorio”.

Come spiega la Regione Sardegna attraverso una nota, fino al 2019 i Comuni sardi ricevevano sovracanoni da Enel e altri gestori, ma per ripristinarli, l'Assessorato ha dovuto lavorare su un nuovo percorso normativo e procedurale. Questo sforzo ha portato alla creazione di un decreto che chiarisce le regole e dà inizio a una fase di completa competenza regionale, ponendo fine all'incertezza amministrativa precedente.

Il decreto recente, come prosegue la nota, stabilisce chiaramente l'importo dei sovracanoni da pagare e i criteri per la loro distribuzione: il 79% basato sulla superficie espropriata, il 20% sulla popolazione e l'1% come importo fisso. Questo secondo la Regione rafforza il diritto dei Comuni costieri e delle Province di ottenere un equo compenso per l'utilizzo delle risorse idriche. Enel ed Ente Acque della Sardegna (ENAS), i principali operatori coinvolti, dovranno versare direttamente i pagamenti ai Comuni e alle Province entro il 30 aprile di ogni anno, fornendo relazioni dettagliate alla Regione per il controllo e la supervisione.

“È un passo fondamentale - conclude Spanedda - per garantire uniformità e certezza amministrativa in un settore strategico. Dopo anni di contenziosi e di mancati versamenti, i Comuni sardi potranno finalmente contare su un’entrata certa e stabile, frutto dell’impegno della Regione e in particolare del personale degli uffici della Direzione degli Enti Locali nel difendere gli interessi delle comunità locali e assicurare che le risorse generate dall’acqua pubblica ricadano sui territori che ne sopportano gli oneri ambientali”.