Una proposta che scuote le coscienze e riapre il dibattito su uno dei temi più complessi e delicati dell’agenda politica: anche la Sardegna si muove sul fronte del fine vita. Dopo la Toscana, ora è l’Isola ad avviare ufficialmente l’iter per una legge regionale ispirata al testo redatto dall’associazione Luca Coscioni, da tempo impegnata nella difesa del diritto all’autodeterminazione.

A imprimere un’accelerazione è stata anche la mobilitazione della società civile, con appelli pubblici da parte di numerosi artisti sardi – tra cui Paolo Fresu – che nei giorni scorsi hanno chiesto alla Regione di agire senza indugi.

La proposta di legge, presentata come n. 59, porta la firma del capogruppo del Pd Roberto Deriu. Fu annunciata tra i primi atti della nuova maggioranza di centrosinistra, nella conferenza stampa convocata dal presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. Oggi il testo è stato ufficialmente illustrato in commissione, dove già dalla prossima settimana inizieranno le audizioni con le parti interessate.

“La Corte costituzionale – spiega Deriu – ha stabilito che è diritto dei cittadini, la cui vita, minacciata da un male incurabile dipenda esclusivamente da trattamenti sanitari che riescano soltanto a prolungarne la sofferenza, di essere sostenuti dalla sanità pubblica se, restando coscienti, esprimano la volontà di concludere le cure in una condizione di assistenza medica”.

Una posizione condivisa anche da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti: “In Sardegna andremo avanti nonostante l'impugnazione della legge approvata in Toscana. Questa è una norma di civiltà che restituisce la dignità ai cittadini che ne hanno bisogno, in momenti drammatici della loro vita”.

Valdo Di Nolfo (Uniti per Todde) sottolinea il contesto nazionale: “Il palese vuoto normativo permane, mentre il Governo Meloni impugna la legge sul fine vita della Regione Toscana, dimostrando ancora una volta tutta la propria intolleranza verso i diritti di tutte e tutti”.

Durante l’audizione di oggi sui fondi per le pari opportunità, anche l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi ha espresso il proprio punto di vista: “È una questione delicata che implica questioni di coscienza e religione, ma è un segno di alta civiltà e di buon senso”.

Non mancano, però, le voci critiche. Corrado Meloni (Fratelli d’Italia) accusa la maggioranza di strumentalizzazione: “Il centrosinistra utilizza come una 'clava politica' un tema delicato e sensibile come il fine vita con evidenti finalità che nulla hanno a che fare col farsi carico della sofferenza e della dignità delle persone. Peraltro, con un provvedimento che possiede evidenti profili di incostituzionalità”, commenta.