Una proposta di legge per modificare, alla luce delle novità introdotte dalle normative europee e statali, la legge regionale sulla caccia (L.R. 23/98), con la previsione di alcune novità finalizzate a tutelare la fauna e dare risposte attese al mondo venatorio e agli agricoltori.

È la proposta avanzata dal gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale che, con Emanuele Cera come primo firmatario, il capogruppo Paolo Truzzu e i consiglieri Piga, Rubiu, Mula, Masala, Usai e Meloni, ha illustrato obiettivi e contenuti della proposta di legge n. 135 “Modifiche alla legge regionale n. 23 del 1998 in materia di protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna”.

La necessità di una revisione della norma regionale, risalente a circa trent’anni fa, è stata evidenziata dal capogruppo Truzzu, che ha sottolineato l’opportunità di una maggiore salvaguardia per l’attività venatoria. Emanuele Cera ha invece sintetizzato le principali novità contenute nella proposta di legge: l’istituzione del comprensorio unico territoriale di caccia; l’aggiornamento delle specie cacciabili (sono inseriti il piccione domestico inselvatichito, la tortora dal collare orientale, lo storno e il daino); l’allungamento della stagione di caccia al cinghiale (fino alle prima decade di febbraio); misure straordinarie per il contenimento del cinghiale; ristoro dei danni agli agricoltori provocati dalla faune selvatica; valorizzazione del ruolo attivo del cacciatore (vigilanza e presidio a tutela della salvaguardia della flora e della fauna).

Negli interventi dei consiglieri Piga, Mula e Rubiu è stata ribadita la volontà di riaffermare il ruolo e la dignità del cacciatore, “liberando il campo da visioni ideologiche che nel passato anche recente hanno penalizzato il confronto e la discussione sul tema”, insieme con l’urgenza di interventi normativi più efficaci per limitare i danni alle colture causati dalla proliferazione incontrollata della fauna selvatica – cornacchie, cinghiali, storni e piccioni – che in molti casi compromette la sostenibilità economica di intere filiere agricole e zootecniche.

I consiglieri di Fratelli d’Italia hanno definito la proposta di legge “aperta”, per rappresentare la volontà di attivare iniziative di confronto non soltanto con le forze della maggioranza consiliare ma soprattutto con le associazioni venatorie e le organizzazioni agricole, così da condividere con gli operatori e i territori le principali misure e gli interventi da adottare.

Il testo si compone di trenta articoli e prevede oneri finanziari quantificati in 500 mila euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, con copertura sull’ordinario stanziamento di bilancio riservato ai contributi e finanziamenti in materia di gestione della fauna selvatica.