Continuano gli scontri in Medio Oriente, con l'Iran che, a più riprese, ha lanciato missili verso Israele, colpendo Tel Aviv e Gerusalemme. L'ultimo attacco ha causato la morte di almeno 8 persone e il ferimento di altre 200, mentre Netanyahu assicura che "ayatollah non sanno che cosa li aspetta". Secondo quanto riportato da Axios, Israele avrebbe richiesto il sostegno degli Stati Uniti per contrastare il programma nucleare iraniano, ma al momento il presidente Usa Trump sembra non considerare l'opzione di entrare nel conflitto.

Le basi militari degli Stati Uniti, della Francia e del Regno Unito in Medio Oriente sono anch'esse nel mirino dell'Iran. Tuttavia, a Teheran il regime mostra segni di instabilità e il potere di Khamenei è messo alla prova. Nonostante il cambio dei membri chiave nell'entourage di Khamenei, la popolazione iraniana sembra cercare un cambiamento significativo.

La premier Meloni è intanto arrivata in Canada per il G7 di Kananaskis e l'Italia in pressing su Iran e Israele per evitare l'escalation, secondo la linea presentata dal ministro degli Esteri Tajani in Parlamento: 'Nessuna ambiguità. L'Iran non può avere l'atomica, Israele ha diritto a garantire la propria sopravvivenza. Ma bisogna favorire la de-escalation. Non abbiamo agende nascoste'.

Dopo l'escalation della tensione tra Israele e Iran, si registra una nuova telefonata tra Trump e Putin. Durante la chiamata, il presidente russo avrebbe esortato a non interrompere i negoziati sul programma nucleare di Teheran. Tuttavia, gli incontri previsti per oggi in Oman saltano, mentre la Cina entra in gioco. "Per noi è fondamentale che il conflitto abbia fine", afferma il presidente degli Stati Uniti, manifestando delusione per la mancata realizzazione della pace promessa.'Trump preferisce la pace. L'Iran ha ancora un'opzione', il messaggio del capo del Pentagono Hegseth.