Brutta tegola per la star dello sprint Sha’Carri Richardson. La campionessa del mondo dei 100 metri si è ritirata a sorpresa dai campionati nazionali statunitensi di Eugene (Oregon) dopo essere stata arrestata domenica 27 luglio all’aeroporto di Seattle.

La velocista era stata fermata dalla polizia del Seattle-Tacoma International Airport e trattenuta in carcere per una notte, per poi essere rilasciata il giorno seguente senza che le venissero specificati immediatamente i capi d’imputazione. Solo successivamente è emerso che l’accusa a suo carico è quella di violenza domestica di quarto grado.

Secondo il rapporto della polizia, un agente è stato allertato da un supervisore della Transportation Security Administration per una lite avvenuta tra Richardson e il suo fidanzato, il velocista Christian Coleman, proprio nei pressi dei controlli di sicurezza. Visionando le immagini delle telecamere, l’agente riferisce di aver visto la campionessa afferrare con forza lo zaino di Coleman e strapparglielo via. La scena si sarebbe poi aggravata: Richardson avrebbe ostacolato il compagno mentre cercava di allontanarsi, spingendolo contro un muro e, infine, lanciandogli contro un oggetto, forse un paio di cuffie. Tuttavia, si legge ancora nel rapporto, “Coleman non ha sporto denuncia”.

Richardson aveva preso parte alle batterie dei trials lo scorso venerdì e appariva in buona forma, lasciando intravedere un ritorno ai livelli migliori. Dopo la diffusione della notizia del suo arresto, ha però annunciato il ritiro dalla manifestazione. Non è la prima volta che la sprinter americana finisce al centro delle cronache: nel 2021 le fu impedito di partecipare ai Giochi olimpici di Tokyo dopo essere risultata positiva al metabolita della marijuana nei test post-trials.

Nonostante l’attuale vicenda, la sua partecipazione ai Mondiali di settembre a Tokyo non sembrerebbe in discussione. Al momento, Richardson risulta ancora iscritta anche ai trials dei 200 metri, ma la sua presenza in pista è ormai altamente improbabile.