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Una donna che lotta ogni giorno per trovare giustizia, una mamma che vive nella memoria costante del figlio perduto. Simona Campus non si ferma, e non lo farà finché non troverà risposte sulla morte di Marco Mameli, il 22enne operaio di Ilbono assassinato lo scorso 1 febbraio durante i festeggiamenti di Carnevale a Bari Sardo.
Un dolore condiviso
Da quel giorno vano si è rivelato ogni tentativo degli investigatori di risalire al colpevole, così come gli appelli di familiari, amici, conoscenti o semplici cittadini, lontani dalla vita di Marco, ma così vicini alla sua vicenda da invocare la verità per mamma Simona, per la fidanzata Cristina e per chiunque lo amasse.
Il quinto mese di silenzio è scivolato via proprio ieri, 1 agosto, ma la speranza non si è affievolita. La forza di un amore indissolubile continua ad alimentare la lotta di Simona, che rivolge a Marco l'ennesimo pensiero: "Ucciso da un coltello. Tradito dal silenzio - ricorda la donna -. Non è possibile che l'omertà cancelli il tuo nome".
Al figlio una promessa, o meglio La promessa. Quella che la madre si è riservata di onorare sin dal primo istante: "Io lo grido ogni giorno, ad ogni respiro, ad ogni battito. E non smetterò finché non avrai giustizia. Te la devo. Te la devono. Te la dobbiamo...", conclude.