Aumentano i detenuti nelle carceri sarde. E se a un primo sguardo non sembra emergere un quadro di sovraffollamento generalizzato, l’analisi dei singoli istituti racconta una realtà ben diversa. Le case circondariali di Cagliari Uta e Sassari Bancali restano oltre i limiti regolamentari, mentre si registrano situazioni critiche anche a Tempio Nuchis e nel vecchio carcere di Lanusei.

"Aumentano costantemente i detenuti nelle carceri sarde e, anche se nel complesso non sembra esserci sovraffollamento, l'esame analitico delle singole realtà mostra un quadro poco rassicurante. Le persone ristrette sono ancora oltre i limiti regolamentari nelle case circondariali di Cagliari Uta e Sassari Bancali. Situazione critica a Tempio Nuchis, oltre la capienza, anche il vecchio carcere di Lanusei. L'aumento di presenze nelle colonie penali (326 detenuti per 598 posti) non mitiga i disagi. Il numero dei detenuti stranieri è invece stabile da qualche mese con 595 presenze su 2.309 detenuti, pari al 25,7%", sintetizza Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, sulla base dei dati forniti il 30 giugno dall’Ufficio statistica del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

A Cagliari, la capienza regolamentare è fissata a 561 posti, ma sono presenti 689 detenuti, con un tasso di affollamento del 122,8%. A Sassari si contano 533 detenuti per 454 posti (117,3%), a cui vanno aggiunti altri 90 soggetti sottoposti al regime del 41-bis. A Lanusei, nell’antico ex convento francescano di San Daniele, i detenuti sono 41, a fronte di 33 posti disponibili, tra cui 13 stranieri.

"Numeri impietosi – osserva Caligaris – che purtroppo non lasciano dubbi sulle difficoltà dell'intero sistema. A rendere ancora più difficile la situazione è il caldo torrido che sta mettendo a dura prova, oltre alle persone private della libertà, tutti gli operatori, nonostante il forte senso di abnegazione".

Unico segnale parzialmente positivo arriva da Oristano, dove si registra un'inversione di tendenza: 218 detenuti su una capienza di 264 posti, la soglia più bassa degli ultimi anni. Restano invece irrisolte le criticità legate alle colonie penali, nonostante un progressivo aumento delle presenze (326 su 598 posti).

"Le colonie penali registrano un costante incremento dal mese di marzo, ma le presenze – rileva la presidente di SDR – sono ancora lontane dal raggiungere numeri significativi, sono infatti disponibili 272 posti. I limiti imposti all'accesso al lavoro nelle case di reclusione all'aperto e la necessità di rendere utilizzabili tutti i padiglioni richiedono una modifica della normativa a cui non possono derogare né i direttori degli istituti né il provveditore regionale".

Caligaris lancia infine un appello per un intervento strutturale: "Occorre quindi mettere mano alle disposizioni per garantire da un lato investimenti per rendere 'ospitali' le colonie, coinvolgendo il Ministero delle Infrastrutture, e dall'altro rendere più facile accedere alla misura dell'accesso ampliando il numero di anni residui da scontare da 6 ad almeno 8/10 anni, oltre alle condizioni di salute".