Davanti al gup del Tribunale di Sassari, Gianpaolo Piana, le difese dei 53 imputati coinvolti nella maxi-inchiesta sul presunto utilizzo illecito del bonus facciate hanno sollevato una serie di eccezioni, contestando tanto la legittimità delle costituzioni di parte civile quanto la fondatezza dei capi d’imputazione formulati dalla Procura.

A guidare l’intervento è stato l’avvocato Luca D’Alò, che ha messo in discussione il ruolo delle due persone che avevano sporto denuncia e dalle cui dichiarazioni ha preso avvio l’intera inchiesta: secondo la linea difensiva, i due soggetti non avrebbero subito alcun danno diretto dalle presunte condotte illecite, e per questo non sarebbero legittimati a costituirsi parte civile.

L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, riguarda lavori di ristrutturazione effettuati — o dichiarati tali — su 52 edifici tra Sassari e altri comuni della provincia. Secondo la Procura, gli imputati avrebbero ottenuto crediti fiscali tramite lo sconto in fattura previsto dal bonus del 90%, senza aver realmente sostenuto le spese o gonfiando il valore dei lavori eseguiti. Il danno stimato per le casse pubbliche supera i cinque milioni di euro.

Per sei degli indagati — tra cui figurano imprenditori del settore edile, professionisti e un amministratore di condomini — è stata ipotizzata l’associazione a delinquere finalizzata all’indebita percezione di erogazioni pubbliche. Gli altri 47 imputati, per lo più proprietari di immobili e altri amministratori condominiali, rispondono a vario titolo di concorso nei reati contestati.

La prossima udienza è fissata per il 27 giugno. In quella sede, il giudice scioglierà le riserve sulle eccezioni presentate. Qualora venissero rigettate, si procederà con l’esame dei primi quattro imputati.