Circa il 30% degli accessi al Pronto Soccorso riguarda persone con più di 75 anni e, in oltre la metà dei casi, si tratta di "problematiche a bassa complessità clinica, per le quali esistono risposte assistenziali più adeguate al di fuori dell’ospedale". A renderlo noto è l’Aou di Sassari, che richiama l’attenzione di cittadini, familiari e caregiver sull’importanza di un utilizzo appropriato del Pronto Soccorso, nell’interesse delle persone fragili e dell’intero sistema di emergenza-urgenza.

"È importante sapere, infatti, che il Pronto Soccorso non è sempre il luogo più sicuro per una persona anziana", sottolinea l’Azienda, evidenziando come l’ambiente dell’emergenza sia strutturato per affrontare eventi improvvisi e gravi, condizioni acute e tempo-dipendenti come infarti, ictus, traumi maggiori o gravi difficoltà respiratorie.

"Il Pronto Soccorso è un ambiente ad alta intensità assistenziale, spesso affollato e rumoroso, in cui le priorità di intervento vengono stabilite attraverso il triage, che valuta la gravità clinica e non l’ordine di arrivo", spiega l’Aou. In questo contesto, molti anziani che accedono per problematiche non urgenti possono essere costretti ad attese prolungate.

"Nonostante l’impegno costante degli operatori sanitari, la permanenza per ore su una barella o su una sedia, in un contesto disagevole, può comportare rischi significativi: disorientamento, peggioramento delle condizioni generali, aumento del rischio di cadute, disidratazione e stress», prosegue l’Azienda, richiamando anche l’attenzione sul rischio infettivo. «Il Pronto Soccorso è un luogo in cui affluiscono pazienti affetti da patologie infettive anche gravi, con una conseguente circolazione di virus e batteri. Per le persone anziane, spesso più vulnerabili, il rischio di contrarre infezioni è concreto, soprattutto in situazioni di sovraffollamento".

Secondo l’Aou, in questo periodo molte condizioni, come la febbre, sono frequentemente legate a virosi stagionali o influenzali che "nella maggior parte dei casi si risolvono con riposo, adeguata idratazione e terapia sintomatica". In tali situazioni, osserva l’Azienda, "il ricorso al Pronto Soccorso risulta spesso inutile e talvolta può esporre l’anziano a rischi evitabili".

Da qui l’appello rivolto a famiglie e caregiver: "Portare un anziano in Pronto Soccorso 'per sicurezza' non sempre significa proteggerlo. In molti casi, la scelta più prudente è quella di rivolgersi ai servizi territoriali e ai professionisti di riferimento, evitando un ambiente che può peggiorare una condizione già delicata".

"Promuovere un utilizzo consapevole e appropriato del Pronto Soccorso non significa negare cure, ma scegliere la cura migliore, nel luogo giusto e al momento giusto», conclude l’Aou. «Significa tutelare le persone anziane da rischi evitabili e garantire che il Pronto Soccorso possa essere pienamente operativo per chi si trova in una reale emergenza. Un comportamento responsabile da parte di tutti contribuisce a migliorare la qualità dell’assistenza e a rendere il sistema di emergenza-urgenza più efficiente, equo e sicuro".