"Rosa Maria Elvo è entrata nel casolare di ConcaEntosa la mattina successiva all'omicidio, ma sicuramente non ha notato nulla che potesse far pensare a una scena di un delitto". Sono le parole di Francesco Furnari, legale della ristoratrice di San Pantaleo, tra gli indagati per il femminicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa la notte tra l'11 e il 12 settembre scorsi all'interno dell'abitazione nella vasta tenuta tra Palau e Arzachena di proprietà di Emanuele Ragnedda, l'imprenditore del vino reo confesso del delitto.

La donna, coinvolta nell'inchiesta per favoreggiamento insieme a Luca Franciosi, manutentore lombardo di 26 anni, ha sempre affermato di non avere alcun coinvolgimento nei fatti e ribadisce tale posizione tramite il suo avvocato durante i recenti sopralluoghi condotti dai carabinieri del Ris di Cagliari e dall'anatomopatologo Salvatore Lorenzoni nella tenuta di ConcaEntosa.

L'avvocato Furnari ha annunciato la nomina dell'ingegnere Paolo Dalchecco, "uno tra i più esperti in materia informatica", con l'obiettivo di "ottenere risultati che collochino qui le persone che possano aver eventualmente aiutato Ragnedda o che possano verificare se lo stesso si trovava da solo all'interno di ConcaEntosa. Aspettiamo i risultati delle nostre indagini difensive per condividerli quanto prima con la magistratura e tentare di fare chiarezza velocemente sulla posizione della mia assistita".

"Rosa Maria Elvo - ha sottolineato il legale - sta vivendo un momento molto difficile e vorrebbe uscire da questa drammatica vicenda quanto prima. La corresponsabilità di Elvo nell'aver favorito Ragnedda nell'occultamento della scena di un delitto è una tesi che noi abbiamo escluso fin dal primo momento", ha ribadito l'avvocato Furnari.