Alle pendici del colle di Buon Cammino, scavato nella pietra calcarea sorge l’Anfiteatro Romano di Cagliari, teatro di battaglie gladiatorie e protagonista della storia imperiale Cagliaritana.

Costruito tra la fine del I e l’inizio del II secolo d.C. è il più importante monumento romano della Sardegna. Come tutti sanno i giochi gladiatori non erano soltanto intrattenimento ma rappresentavano una parte fondamentale dell’età imperiale e avevano lo scopo di celebrare e mostrare a tutti la forza dell’Impero.

L’anfiteatro era capace di accogliere tra gli 8 000 e i 10 000 spettatori e venne scavato utilizzando due diversi approcci: metà nella roccia viva e metà con conci di calcare bianco. L’arena, lunga 46 metri, ospitava: le venationes, combattimenti tra uomini e animali; le munera, combattimenti tra gladiatori; esecuzioni pubbliche e spettacoli teatrali.

Le gradinate erano divise in tre settori diversi in base alla classe sociale: ima, media e summa cavea, in ordine per senatori, cavalieri, plebei e schiavi/donne. Nei sotterranei, invece, si trovavano le, ambulacra e criptae, gabbie per gli animali utilizzati nei giochi e le claustra, ambienti necessari per la costruzione delle scenografie.

Con la fine dell’Impero e il progressivo affermarsi del cristianesimo, i giochi furono vietati e l’anfiteatro cadde in disuso. Nei secoli successivi venne saccheggiato, trasformato in cava di pietra da bizantini e pisani, fino a scomparire sottoterra. Solo nel XIX secolo il monumento tornò alla luce, grazie agli scavi promossi da Giovanni Spano nel 800’ e successivamente da Doro Levi nel 900’. I ritrovamenti di monete, iscrizioni e reperti marmorei rivelarono l’importanza del sito e ne stimolarono la tutela.

Oggi l’Anfiteatro Romano è visitabile, anche se solo in parte per motivi di conservazione, nonostante gli acciacchi rappresenta la più grande testimonianza dell’Impero Romano in Sardegna e l’ennesima dimostrazione di quanta importanza l’isola abbia nella storia del nostro paese.