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È finita al porto di Cagliari, mentre tentavano di lasciare l’isola, la fuga di tre presunti truffatori campani che avevano preso di mira due anziane donne nel cuore dell’Oristanese. Dopo un pedinamento durato oltre quindici ore, i carabinieri delle stazioni di Ghilarza, Mogoro e Oristano, con il supporto operativo della Compagnia di Cagliari, sono riusciti a intercettare e bloccare i sospetti proprio mentre stavano per imbarcarsi su un traghetto diretto in continente.
Due di loro, un 39enne e un 40enne, sono stati sottoposti a fermo con l'accusa di delitto per concorso in estorsione aggravata, mentre un 22enne è finito in manette con l’accusa di ricettazione. Tutti e tre, già noti alle forze dell’ordine, sono stati trasferiti nel carcere di Uta. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre avrebbero messo a segno due truffe con la tecnica del finto carabiniere ai danni di una 70enne di Baratili San Pietro e di una 90enne di Uras.
Le vittime, contattate telefonicamente, secondo quanto riferito erano state minacciate di gravi conseguenze penali con l’accusa – completamente inventata – di essere indagate per rapina, e convinte a consegnare denaro, oro e gioielli a un falso emissario dell’Arma. Nel corso delle perquisizioni, i militari hanno recuperato circa 40mila euro in contanti e preziosi. Il giovane arrestato per ricettazione sarebbe stato trovato in possesso di due monili riconosciuti dalla vittima di Uras come propri.
"La pretestuosa intimidazione dei malviventi – spiegano i carabinieri – mira a creare un forte senso di paura nelle vittime, spesso persone fragili, facendo loro credere di essere coinvolte in un reato inesistente e sfruttando la credibilità dell’Arma per indurle a consegnare denaro o gioielli".
Le indagini proseguono per accertare se la banda abbia colpito anche in altri comuni della Sardegna nei giorni precedenti.








